Addio contributi INPS, non li devi più pagare: la nuova legge | È già stata presentata

Taglio dei contributi INPS - circuitolavoro.it
La decontribuzione totale della durata di 3 anni gonfia le buste paga, e alleggerisce i costi ai datori di lavoro: tutto sul nuovo esonero contributivo.
In Italia non si trova lavoro: un cliché, certo, ma ancora tristemente attuale. Per questo si gira intorno a riforme che permettono ai datori di lavoro di affrontare un contratto a tempo indeterminato senza il peso economico che c’è dietro, spesso il vero ostacolo alle assunzioni.
E se questa misura sta funzionando (quella riferita agli under 35), ora si punta ancora più in alto: una nuova proposta che non mette soldi in mano a nessuno, ma vale molto di più. Si parla di esonero contributivo totale, sia per i dipendenti che i datori di lavoro.
Chi ci guadagna? Praticamente tutti, tranne lo Stato, che si troverebbe a sostenere un’operazione dal costo notevole. Ma per il lavoratore potrebbe significare una busta paga più ricca, e per il datore nessun obbligo contributivo.
Busta paga più alta e meno costi per le aziende: come funziona l’esonero contributivo
La proposta è ambiziosa: uno stipendio netto più alto e meno costi per l’azienda, che potrebbe permettersi più assunzioni a parità di budget. In più, una flat tax al 5% per i giovani dipendenti, sul modello delle partite IVA, valida per cinque anni. Un contratto da dipendente che, per una volta, può diventare davvero competitivo.
In pratica, per tre anni né il lavoratore né il datore verserebbero contributi all’INPS: il primo trattiene tutto il lordo (al netto delle tasse), il secondo risparmia fino al 30% in costi fissi. Ma come sempre, ci sono dei limiti e dei requisiti.
La misura sarebbe riservata agli under 30, assunti con contratto subordinato – a tempo determinato o indeterminato – e con un reddito lordo annuo entro i 40.000€ (100.000€ per chi rientra dall’estero). Il punto forte resta la decontribuzione per 36 mesi. Ma quando diventerà realtà? Qui il discorso si complica.
Decontribuzione totale: la proposta sul tavolo
A lanciare l’idea è stata la Lega, con una proposta di legge annunciata a maggio 2025. L’obiettivo è abbassare il costo del lavoro giovanile e frenare la fuga dei talenti. Ma i dubbi non mancano.
La sostenibilità economica è il primo: con meno entrate fiscali e contributive, il sistema previdenziale potrebbe risentirne. C’è anche il rischio di disparità tra giovani e meno giovani, e di un uso opportunistico dell’incentivo: licenziare dopo tre anni per assumere nuovi under 30 e continuare a non pagare contributi.
L’idea è buona, ma per funzionare davvero servono coperture solide, controlli efficaci e una visione di lungo termine. Altrimenti, tutto si riduce a una busta paga, e basta.