Ultim’ora pensione, “Vi diamo 2.483 euro”: aumenti vertiginosi per tutti | Vi assicurate una vecchiaia perfetta così

Pensione da sogno (pexels) - www.circuitolavoro.it
Una pensione da sogno si può avere anche nel 2025, e si potrà avere anche in futuro: bisogna comprendere quali sono le tecniche più efficaci
L’Italia continua a presentare un problema insormontabile: la riforma pensionistica. Il sistema pensionistico della nostra Penisola è completamente in affanno: in tante Regioni il numero di lavoratori attivi viene superato da quello dei pensionati e il sistema non riesce più a reggere il peso di un Paese che invecchia e che non riesce a garantire un futuro stabile ai suoi figli.
Questo porta danni non indifferenti: le pensioni non sono state adeguate all’aumento inflazionistico e nonostante il caro prezzi sono sempre meno convenienti, le prossime generazioni di lavoratori avranno pensioni minime o quasi anche dopo anni di carriera.
Si entra nel mondo del lavoro tardi, inizialmente le occupazioni durano poco tra uno stage e l’altro, e con lavori saltuari i contributi non riescono a maturare nel modo giusto, creando non poche penalizzazioni una volta arrivati all’uscita dal mondo del lavoro.
La questione però non include proprio tutti. Diversi cittadini, infatti, possono dormire sonni tranquilli perché potranno ricevere una pensione fino a 2.483 euro.
Pensione con cifre da urlo: chi è che le può ricevere
La cifra di 2.483 euro non è una promessa che coinvolge proprio tutti, ma un dato reale legato alla pensione media dei dipendenti pubblici che vanno in pensione con 40 anni di contributi e un’intera carriera lavorativa nella Pubblica Amministrazione.
Secondo le ultime rilevazioni, per questa categoria l’importo medio mensile lordo arriva appunto a 2.483 euro. Un importo superiore rispetto alla media generale delle pensioni, che si attesta invece intorno ai 1.300 euro. Perché questa differenza così marcata?
Come aumentare l’importo della propria pensione
Il motivo è semplice: gli stipendi nel pubblico impiego sono generalmente più stabili, con continuità contributiva più elevata e, in molti casi, retribuzioni finali più alte rispetto a chi lavora nel privato. Nel privato magari si cambia spesso lavoro, oppure i contratti durano di meno, si passano periodi disoccupati: tutte queste dinamiche vanno a influire sulla pensione, ancor di più per gli autonomi.
Ma quindi solo i dipendenti pubblici possono sperare in una pensione così? Non esattamente. Anche chi lavora nel settore privato può avvicinarsi a cifre simili, se segue una carriera costante, con contributi versati regolarmente per almeno 35-40 anni e un salario medio-alto. È importante evitare buchi contributivi, valutare anche fondi pensione integrativi e cercare di avanzare di carriera con gli anni di esperienza. Se poi si vuole lavorare nel pubblico ci si può sempre rimboccare le maniche e studiare per un concorso.