Pensione, “I soldi non li potete più usare così”: primo DIVIETO della storia | Approvata la legge epocale

Inps - Fonte Ansa - Circuitolavoro.it
Soldi pensione, il divieto che i pensionati italiani devono rispettare.
Non si mettono bene le cose per i moltissimi pensionati italiani già colpiti da un sistema pensionistico che non sembrerebbe tutelarli abbastanza.
Nonostante le varie modifiche e riforme che si sono susseguite in questi anni, gli importi delle pensioni hanno subito solo piccoli aumenti che non sono rapportati adeguatamente all’attuale costo della vita, ormai sempre più alto.
La situazione poi si aggrava per i lavoratori attuali soprattutto giovani che rischiano di arrivare alla pensione con assegni ancora più bassi di quelli attuali.
Come se non bastasse, l’ultima notizia che arriva, sicuramente non piacerà affatto ai pensionati. Scopriamo maggiori dettagli nei prossimi paragrafi.
Il divieto per i pensionati italiani
Moltissimi pensionati italiani negli ultimi anni per “fuggire” dall’attuale regime fiscale presente nel nostro Paese, ha scelto di trasferirsi all’estero così da usufruire di un tenore di vita più alto e di un costa della vita inferiore. Le mete prese di mira sono state soprattutto Portogallo, la Spagna, la Tunisia o alcune nazioni dell’Est Europa. Questa possibilità però non è prevista per tutti i pensionati hanno le stesse possibilità. Chi ha lavorato nel settore pubblico, infatti, si trova di fronte a una serie di ostacoli fiscali che rendono meno conveniente il trasferimento. Secondo il principio di base che regola la tassazione delle pensioni percepite da cittadini italiani residenti all’estero, vi sono delle convenzioni bilaterali che vietano le doppie imposizioni tributarie, stipulate tra l’Italia e molti Paesi nel mondo.
Tali convenzioni mirano ad evitare che uno stesso reddito venga tassato due volte: sia in Italia, dove viene erogata la pensione, sia nel Paese estero, dove il pensionato risiede. In base a tali accordi, se una persona riceve una pensione da un ente previdenziale italiano e risiede stabilmente in un altro Paese, la tassazione della pensione può spettare: all’Italia, al nuovo Stato di residenza, oppure essere suddivisa tra i due Stati, a seconda della fonte del reddito e del tipo di pensione. Per chi ha lavorato nel pubblico però, la tassazione della pensione da parte dell’Italia è quasi sempre obbligatoria. Di conseguenza per chi ha svolto impieghi nella Pubblica Amministrazione, la decisione di trasferirsi all’estero può costargli una doppia imposizione sulla pensione, sia da parte dello Stato erogante che dello Stato in cui elegge residenza.
Dove non è valido il divieto
Per chi ha lavorato nel privato la situazione è diversa e può può beneficiare della tassazione nel nuovo Stato di residenza, che spesso prevede aliquote più favorevoli o anche esenzioni fiscali per attrarre pensionati stranieri.
Quindi per i pensionati privati la residenza fiscale all’estero può comportare significativi vantaggi economici. Per i pensionati ex dipendenti pubblici, invece, gli unici Stati ove è possibile eleggere residenza senza essere soggetti a doppia imposizione sono Cile, Senegal, Australia e Tunisia.