Chiusa l’azienda n.1 d’Italia, “125 anni di storia gettati al vento”: migliaia di famiglie rimaste senza un soldo

Azienda chiusura - Fonte Pexels - Circuitolavoro.it
Brutte notizie per moltissimi lavoratori italiani, un’azienda storica del Paese è stata chiusa.
Le chiusure aziendali continuano a rappresentare in Italia un problema significativo andando a colpire non solo piccole e medie imprese, ma anche aziende di grandi dimensioni.
Alla base ci sarebbero diversi fattori ma le conseguenze sono identiche e disastrose. Tantissimi i posti di lavoro persi e in molte zone del nostro Paese le imprese che resistono faticano nel riuscire a mantenere competitiva l’economia nazionale.
Tra le cause principali ci sarebbero l’alta pressione fiscale e la concorrenza globale. Quest’ultima in particolare, ha ostacolato soprattutto il settore manifatturiero, che ha visto emergere realtà dove dove il costo del lavoro e della produzione è più basso.
Inoltre, la pandemia da COVID-19 ha aggravato la situazione andando a influire negativamente i diversi settori come il commercio al dettaglio, la ristorazione e il turismo.
Migliaia di famiglie senza lavoro
Le chiusure di stabilimenti non causano solo un numero altissimo di licenziamenti ma vanno ad incidere sulle vite familiari, generando gravi conseguenze economiche e sociali. Moltissime famiglie si trovano improvvisamente senza
reddito e senza certezze per il futuro.
Le previsioni che arrivano dall’Istat poi, non sembrano confortanti: circa il 23,1 % della popolazione rischia povertà o esclusione sociale, con un aumento del numero di “famiglie a bassa intensità lavorativa”. Nel frattempo, dopo ben 125 anni di storia, una storica azienda italiana ha abbassato le saracinesche inaspettatamente, lasciando a casa molti lavoratori.
Chiusura di una nota azienda italiana
Ha chiuso definitivamente i cancelli la storica azienda Prandelli di Lumezzane, in provincia di Brescia. L’azienda Prandelli, aperta dal 1899 e guidata dalle famiglie Prandelli e Franzoni, è specializzata nella produzione e distribuzione di tubi e raccordi in polipropilene. Prima azienda in Italia a produrre il “tubo multistrato”, per lungo tempo è stata tra i leader del settore. Sono 53 i dipendenti che resteranno senza lavoro e per cui è stata avviata procedura di Naspi, l’indennità di disoccupazione.
La crisi era iniziata da tempo tanto che Andrea Giacobino di ‘Finanza dietro le quinte’ aveva riferito: “La crisi societariaè iniziata con la pandemia e si è poi aggravata con i rincari dei prezzi dei materiali e dell’energia. A quel punto sono state avviate trattative con potenziali acquirenti tra cui la Reliance Worldwide, in Australia, che non sono però andate a buon fine”. Purtroppo, è stata inevitabile la chiusura. L’azienda ha chiuso il 2023 con un fatturato di 12,3 milioni, in calo di oltre 10 milioni rispetto al 2022: i debiti supererebbero i 14 milioni di euro.