Ufficiale, “Cancellata la professione n.1 al mondo”: migliaia di donne e uomini in mezzo alla via | E pensare che erano milionari fino a ieri

Alcune professioni scompaiono (pexels) - www.circuitolavoro.it
Rivoluzione nel mondo del lavoro: la professione più invidiata è a rischio, e la colpa è del contemporaneo che stiamo vivendo
Il mondo del lavoro è già stato sconvolto dal cambiamento epocale: l’intelligenza artificiale non è l’assistente gratuito che fa consulenza psicologica, questa è solo una distorsione dell’utilizzo di uno strumento nato con altri obiettivi, e che, lontano dal vociare del social e dell’utilizzo di massa, sta scardinando le regole del mondo del lavoro, aprendoci a una nuova realtà che travolgerà tutti.
Anche alcune professioni molto ambite stanno venendo sostituite dall’AI, un fenomeno da non ignorare, soprattutto per quanto riguarda le nuove generazioni che devono scegliere che strada prendere.
Ad esempio a vedersi strappata dalle mani la propria professione già con un primo esempio concreto di un grande brand sono i modelli.
I modelli sono persone che lavorano nell’ambito della moda con la loro immagine: un mondo complicato e molto competitivo, ma al tempo stesso incredibilmente desiderato e remunerato. Non si può parlare di crisi del settore, e neanche di una vera e propria sostituzione da parte dell’AI, piuttosto una nuova frontiera che sempre più brand sentono di affrontare.
L’intelligenza artificiale applicata al settore moda
L’intelligenza artificiale ha fatto il suo ingresso definitivo nel settore della moda, e la sua prima vittima illustre è stata pubblicata sulle pagine patinate di Vogue USA. La protagonista dello scatto riservato al brand Guess non esiste. Una modella perfetta, dai lineamenti impeccabili, protagonista di una campagna internazionale che in realtà non è mai nata, o meglio, la campagna sì, ma senza protagonisti reali, interamente costruiti al computer attraverso prompt elaborati.
È il frutto di un software, capace di rispondere ai comandi giusti: si immagina la persona ideale della campagna, in base al pubblico che si vuole colpire, si valutano gli interessi, e una volta ricavati i dati giusti, l’AI diventa in grado di trasformarla in realtà. Anche Martina Strazzer, la giovane imprenditrice a capo del brand di gioielli Amabile ha portato avanti un’idea del genere. Sui suoi social ha mostrato come sarebbe la sua azienda di 5 anni se fosse possibile identificarla come una persona umana. A rispondere al suo quesito ChatGPT. Nel caso di Marciano, però, il brand ha scelto l’AI per portare avanti un’intera campagna pubblicitaria, non una decisione goliardica, ma una vera e propria strategia del marchio.
La rivoluzione nel mondo della moda e la preoccupazione culturale
Non è la prima volta in assoluto che sbarca l’AI nelle copertine: molte riviste si affidano già da anni alle intelligenze artificiali per creare sfondi ad hoc per gli shooting delle campagne pubblicitarie di brand di alta moda, e pian piano anche gli stessi volti verranno sostituiti da quelli digitali: programmabili e adattabili alla tipologia di comunicazione che si vuole portare avanti. Meno costi per l’azienda e più risultati con meno impegno. Che fine fa l’uomo in questo contesto? Possiamo dire che al momento non è un trend assoluto, sono pochi i brand che stanno adottando volti prodotti da AI, il lavoro da modelli non è ancora archiviato.
Considerando, invece, l’altro risvolto della medaglia, si può riflettere sul fatto che le modelle professioniste, che per decenni hanno rappresentato l’élite del settore moda, si trovino ora a confrontarsi con competitor sì perfetti, ma anche inesistenti: una sfida senza paragoni, che non dovrebbe essere neanche citata e che invece esiste, e a lungo andare potrebbe mettere a repentaglio il lavoro di un intero settore. Dove una volta servivano mesi di casting, contratti da milioni di dollari, équipe di professionisti e location esclusive, ora bastano gli algoritmi a creare la modella ideale, con un abbattimento dei costi quasi del 100%.
Chi c’è dietro l’operazione di marketing
Dietro l’operazione c’è Seraphinne Vallora (l’ideatrice della foto per la campagna pubblicitaria di Guess), un’agenzia fondata da due giovani architette, Valentina Gonzalez e Andreea Petrescu. Oggi contano oltre 220.000 follower su Instagram e sono state notate personalmente da Paul Marciano, co-fondatore di Guess.
I motivi del successo sono evidenti: velocità e risparmio economico, nonostante non si parli di un processo banale, che invece richiede professionisti alle spalle, proprio come avviene già con le macchine fotografiche: non è solo lo strumento a fare il fotografo, ma le tecniche e la capacità emotiva di intrappolare sentimenti nello scatto, di chi è dietro la camera. C’è poi una questione culturale, ovvero la rappresentazione dei corpi.
La modella AI di Guess è giovane, magra, simmetrica, bionda. Non è affatto un caso, piuttosto una scelta dettata dal riferimento ad un immaginario che sui social porta ancora molto successo, spiega l’agenzia. Questo fenomeno rischia di riportare indietro di decenni la battaglia per la diversità e l’inclusività nel mondo della moda. Mentre negli ultimi anni si era assistito a un’apertura verso modelle di diverse età, taglie, etnie e con caratteristiche non convenzionali, l’AI sembra spingere verso un ritorno a standard estetici irrealistici e dannosi, per raccogliere un bacino di utenza molto più vasto.