Agenzia delle entrate, “143.000 euro di multa a chi va all’estero e torna”: non esistono esenzioni | Dovete pagare tutti

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Attenzione a portare denaro all’estero: l’Italia ha leggi ferree che possono portare a sanzioni di centinaia di migliaia di euro
Negli ultimi decenni è diventato sempre più comune per tanti italiani cercare opportunità all’estero, sia per lavoro sia per investimento. L’Italia funziona sempre peggio, e il malcontento generale si può percepire ovunque, senza neanche fare ricerche troppo approfondite.
Da qui, il bisogno degli italiani di andar a cercare fortuna fuori, o comunque cercare di salvare il proprio patrimonio depositandolo in conti esteri, senza sapere che nel nostro paese leggi ferree che, se non rispettate, possono portare a sanzioni a 5 zeri.
Chi si trasferisce, ad esempio in Svizzera, a Dubai o in altri Paesi esteri, spesso decide di aprire conti correnti oltre confine o di acquistare immobili per ricavarne affitti, insomma il business fuori dall’Italia deve però essere regolamentato anche nel nostro paese.
Nulla di illegale, anzi: in un mondo globalizzato avere attività finanziarie fuori dall’Italia è ormai una realtà, ma il problema sorge quando si cerca di fare i furbi e si decide di non dichiarare correttamente i beni amministrati all’estero. Se si è fiscalmente residenti in Italia bisognerà riportare nel quadro RW della dichiarazione dei redditi tutto ciò che si ha all’estero.
Nel caso in cui non si faccia, i controlli incrociati di Finanza e Agenzia delle Entrate potrebbero dar comunicazioni spiacevoli.
Violazioni fiscali su conti esteri
A volte si tratta di doppia violazione fiscale, da una parte con la mancata compilazione del quadro RW e dall’altra l’omessa dichiarazione dei redditi esteri: le multe da record in questi casi possono arrivare a centinaia di migliaia di euro, soprattutto quando il capitale in questione è cospicuo.
L’unica strada percorribile è quella della regolarizzazione volontaria. Chi ha commesso l’errore può sempre risanarlo, ma più passa il tempo, più la sanzione sarà alta. Attraverso il ravvedimento operoso o la dichiarazione integrativa è possibile sanare la propria posizione, pagando l’imposta dovuta e una sanzione ridotta.
Attenzione alla dichiarazione del denaro all’estero: cosa si rischia
Avere soldi o immobili all’estero non è un reato: non dichiararli lo è. La sanzione amministrativa per l’omessa compilazione del quadro RW va dal 3% al 15% dell’ammontare degli importi non dichiarati, o dal 6% al 30% se si tratta di paesi in black list, i famosi paradisi fiscali. In secondo luogo per i redditi esteri non dichiarati dal 1° settembre 2024 la sanzione è fissa al 120%, a prescindere dalla somma non dichiarata.
L’Agenzia delle Entrate effettua controlli attraverso il confronto tra i dati arrivati dalle agenzie fiscali degli stati esteri aderenti al CRS, ovvero il Common Reporting Standard. Se un tempo c’erano meno controlli, ad oggi è impossibile nascondersi: banche, assicurazioni e patrimoni viene tutto gestito in modo automatico. Famoso è il caso di un italiano con un patrimonio complessivo di 500mila euro all’estero, tra conti e appartamenti in affitto, tutto mai dichiarato e quadro RW mai completato. È stato costretto a pagare oltre 143mila euro totali.