DAZN, stretta contro il “pezzotto”: 500 € per chiudere la pratica o parte la causa

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Lettere raccomandate a circa duemila utenti già multati: la piattaforma chiede un indennizzo forfettario di 500 euro e dà sette giorni di tempo per rispondere, altrimenti annuncia azioni legali.

DAZN passa dalle parole ai fatti contro il cosiddetto “pezzotto”, cioè i sistemi illegali usati per vedere partite e altri contenuti senza abbonamento. In queste ore sono arrivate raccomandate a persone già individuate e sanzionate dalla Guardia di Finanza per l’uso di abbonamenti pirata. Nella lettera si chiede il versamento di 500 euro come indennizzo, con l’obiettivo di chiudere la questione in modo bonario.Il messaggio è chiaro: chi ha usato servizi IPTV illegali può scegliere di pagare l’importo richiesto e impegnarsi a non ripetere l’illecito, oppure prepararsi a una causa civile. Il termine indicato è di sette giorni dalla ricezione, trascorsi i quali la società annuncia di voler tutelare i propri diritti in tribunale, con possibili spese aggiuntive a carico del destinatario.

Perché arrivano le lettere e a chi sono indirizzate

Le comunicazioni partono dopo indagini che hanno smantellato reti IPTV illegali e tracciato i fruitori. Parliamo di circa 2.000 persone in tutta Italia, già colpite da una sanzione amministrativa che, nei casi emersi, va da 154 a 5.000 euro. Quella multa è la punizione dello Stato per l’illecito, ma non copre il danno economico che i titolari dei diritti dichiarano di aver subito.

Per questo DAZN, in quanto titolare di diritti sportivi di primo piano, ha chiesto alle autorità giudiziarie di poter conoscere i nominativi delle persone identificate. L’accesso ai dati è servito esclusivamente a richiedere un indennizzo per la violazione del diritto d’autore e per i danni collegati. La lettera, firmata dall’amministratore delegato di DAZN Italia Stefano Azzi, formalizza questa richiesta e invita a una “composizione pacifica” senza passare dal tribunale.

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Cosa c’è scritto nella lettera e quali sono le opzioni

Nel testo viene richiesto il pagamento di 500 euro a titolo forfettario. È una somma predeterminata, pensata per chiudere il contenzioso in tempi rapidi e senza ulteriori passaggi. Insieme al pagamento, viene chiesto l’impegno a non ripetere comportamenti che violino i diritti della piattaforma. Se non si aderisce entro i tempi indicati, DAZN dichiara di essere pronta a iniziare iniziative giudiziarie risarcitorie, con il rischio concreto di costi e importi superiori rispetto alla cifra proposta.

Chi riceve la lettera ha, in sostanza, due strade. La prima è pagare e chiudere qui la vicenda, evitando un procedimento civile che potrebbe durare e costare di più. La seconda è non aderire e prepararsi a difendersi in giudizio, sapendo che l’azienda ritiene di avere elementi raccolti dalle indagini ufficiali a supporto della propria richiesta di risarcimento.

Da un punto di vista pratico, la mossa punta a dare un segnale forte contro la pirateria: far capire che, oltre alle multe dello Stato, possono arrivare anche richieste di denaro da parte dei titolari dei diritti. Per gli utenti coinvolti, la scelta ruota attorno a tempi, costi e rischi: pagare l’indennizzo immediato oppure affrontare un percorso legale potenzialmente più oneroso.

Attenzione: la lettera non è un abbonamento né un rinnovo mascherato, ma una richiesta economica collegata a fatti già contestati dalle autorità. Accettare o rifiutare cambia lo scenario successivo. Per chi intende contestare, è consigliabile valutare il proprio caso concreto e la documentazione allegata alla missiva, così da capire come muoversi nei tempi stretti concessi.

Il messaggio di fondo è semplice e diretto: “chi sbaglia paga”. La piattaforma vuole scoraggiare l’uso del “pezzotto” e ribadire che non si tratta di una furbata senza conseguenze. Le partite viste illegalmente, spiegano i titolari dei diritti, generano danni economici che adesso si prova a recuperare anche in sede civile. Per evitare altre spese e grane, l’unico modo davvero sicuro resta quello di utilizzare soltanto servizi legali e rispettare le regole sul diritto d’autore.