Addio pagamenti in contanti | La stangata è confermata dalla legge: se superi questa cifra sono guai serissimi

Soldi contanti

Contanti (Freepik) - Circuitolavoro

La Camera conferma il limite all’uso del contante a 5.000 euro anche per il 2025: ecco cosa prevede la normativa e gli errori che costano caro.

Il tetto all’utilizzo del contante resta fissato a 5.000 euro anche per il 2025. Lo conferma la documentazione della Camera dei deputati sui pagamenti e l’uso del denaro contante, che ribadisce la piena validità delle regole introdotte dalla Legge di Bilancio 2023. Il limite, valido per tutti i cittadini e le imprese, si applica a qualsiasi transazione tra soggetti diversi, pubblici o privati, e serve a garantire la tracciabilità dei pagamenti, contrastando evasione fiscale e riciclaggio.

Ciò significa che qualsiasi pagamento pari o superiore a 5.000 euro deve essere effettuato con strumenti tracciabili, come bonifici, carte o assegni non trasferibili. Superare anche di pochi euro la soglia con il contante comporta il rischio di pesanti sanzioni amministrative, a carico sia di chi paga sia di chi riceve. La normativa non vieta il possesso o il prelievo di contante, ma solo il suo utilizzo oltre il limite consentito per operazioni tra soggetti distinti.

Le regole da conoscere per non sbagliare

Il tetto dei 5.000 euro riguarda tutti i trasferimenti di denaro a titolo di pagamento, donazione o prestito, quando avvengono tra soggetti diversi. Restano esclusi i versamenti e i prelievi dal proprio conto, così come i pagamenti cumulativi composti da più operazioni tracciate. Per i commercianti e i professionisti, resta l’obbligo di accettare pagamenti elettronici, senza poter imporre limiti minimi per l’uso del POS.

Secondo la Camera, l’obiettivo della misura è duplice: semplificare le regole sui pagamenti e mantenere un livello di controllo efficace sulle operazioni economiche. L’importo di 5.000 euro è considerato un compromesso tra libertà d’uso del contante e esigenze di tracciabilità, in linea con le soglie adottate in altri Paesi europei. Tuttavia, ogni singolo trasferimento deve essere valutato nel suo importo complessivo: suddividere artificiosamente una somma in più pagamenti in contanti per restare sotto soglia è considerato un’elusione e comporta le stesse sanzioni.

Contanti
Contanti (Pexels) – Circuitolavoro

Le sanzioni per chi supera il limite

L’errore più comune è ritenere che basti “fare due ricevute” o “dividere la cifra” per restare in regola. In realtà, l’articolo 49 del decreto legislativo n. 231/2007 prevede che chi effettua o riceve pagamenti in contanti oltre il limite di 5.000 euro sia punito con una sanzione minima di 1.000 euro, che può aumentare in base all’importo trasferito. Se la violazione riguarda importi elevati o ripetuti, le multe possono superare anche i 50.000 euro.

Per le imprese e i professionisti, è inoltre prevista la segnalazione all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) in caso di operazioni sospette, con possibili controlli aggiuntivi da parte dell’Agenzia delle Entrate. Attenersi alle regole sui pagamenti tracciabili è dunque l’unico modo per evitare errori costosi e accertamenti fiscali. Il limite dei 5.000 euro resta un punto fermo anche nel 2025, simbolo di una strategia che punta alla trasparenza e alla responsabilità nei movimenti di denaro.