Induzione batte gas? | Arriva la bolletta e arriva la sorpresa: la battaglia è vinta e c’è solo un trionfatore
L'innovazione nelle nostre cucine: il piano a induzione. Ma come pulirlo correttamente? - circuitolavoro.it (freepik)
La cucina a induzione convince sempre più italiani: è veloce, pulita e precisa. Ma secondo Altroconsumo, il vantaggio economico rispetto al gas dipende tutto dalla tariffa elettrica e dalle abitudini di chi cucina.
Le piastre a induzione hanno rivoluzionato il modo di preparare i cibi, portando la tecnologia magnetica anche tra i fornelli domestici. L’energia elettrica riscalda direttamente la pentola, senza dispersioni, riducendo tempi e consumi. Altroconsumo ha messo a confronto l’induzione e il tradizionale fornello a gas analizzando costi, efficienza e comfort d’uso. Il risultato è chiaro: l’induzione è più rapida e precisa, ma il risparmio reale si misura solo in base al prezzo dell’energia elettrica.
In termini di prestazioni, la differenza è netta. Un litro d’acqua raggiunge l’ebollizione in circa due minuti in meno rispetto al gas, e la dispersione termica è minima. Il piano resta freddo intorno alla pentola, riducendo il rischio di scottature e semplificando la pulizia. Anche l’efficienza è superiore: oltre il 90% dell’energia utilizzata viene trasformata in calore utile, contro una media del 60% dei fornelli tradizionali. Tuttavia, il vantaggio energetico può essere compensato da tariffe elettriche più alte o da contratti non ottimizzati.
Tempi e consumi: quando conviene davvero
Altroconsumo evidenzia che la convenienza dell’induzione cresce con contratti a tariffa bioraria o con impianti fotovoltaici, che riducono la spesa elettrica nelle ore diurne. In questi casi, cucinare a induzione diventa più economico del gas, oltre che più ecologico. Senza una gestione intelligente della fornitura, però, il costo al kWh può rendere la bolletta più pesante. È per questo che la valutazione non deve fermarsi al prezzo d’acquisto del piano, ma considerare il profilo di consumo e la potenza del contatore domestico.
Dal punto di vista ambientale, l’induzione riduce le emissioni dirette, perché non produce combustione né anidride carbonica in casa. Le cucine moderne offrono inoltre regolazioni di temperatura molto più precise, ideali per ricette delicate o cotture lente. Ma resta necessario adattare la batteria di pentole: servono recipienti in acciaio o ferro magnetico, capaci di interagire con il campo elettromagnetico. Un investimento iniziale che si ripaga nel tempo se l’uso è frequente e costante.

Il conto vero: tariffe, abitudini e manutenzione
Il fattore decisivo resta la tariffa elettrica. Altroconsumo ricorda che, a parità di energia termica prodotta, l’induzione consuma meno ma paga di più se il costo del kWh è elevato. In una famiglia media, la spesa annuale può risultare inferiore al gas solo quando la tariffa scende sotto determinate soglie o quando parte dell’elettricità è autoprodotta. In caso contrario, il risparmio si riduce o scompare, pur restando vantaggi evidenti in termini di sicurezza e comfort.
La manutenzione gioca un ruolo secondario ma importante. Un piano a induzione richiede meno pulizia, non ha bruciatori né griglie da smontare e dura nel tempo con un uso corretto. Al contrario, un impianto a gas deve essere controllato periodicamente per la tenuta e la combustione, con costi di manutenzione più alti. La scelta finale dipende dunque dallo stile di vita: per chi cucina spesso e dispone di una tariffa competitiva o di un impianto fotovoltaico, l’induzione è la soluzione più efficiente; per chi usa poco i fornelli, il gas può restare più conveniente.
In ogni caso, la tendenza è segnata: l’induzione è il futuro delle cucine domestiche, non solo per la velocità, ma per la precisione e la sostenibilità. Il vero risparmio non sta solo nella bolletta, ma nel tempo guadagnato e nell’energia non sprecata.