Lavoro AMA Roma: Assunzioni per 400 Diplomati

L’Azienda municipalizzata del Comune di Roma Ama Spa torna ad assumere personale: nel prossimo triennio 2018/2020 la società effettuerà 400 assunzioni di personale per sostituire le risorse in uscita per pensionamento.

Il piano di assunzioni di Ama per il prossimo triennio prevede l’assunzione di nuovi operatori ecologici, addetti alla manutenzione, operai per le officine e altre figure, da reclutare tramite procedure a evidenza pubblica gestite dalla rete dei centri per l’impiego di Roma. Secondo le prime informazioni nel corso del 2018 saranno 130 le unità di personale assunte, le restanti verranno distribuite tra il 2019 e il 2020.

Il piano di assunzioni riguardarà operatori ecologici, addetti alla manutenzione e altre figure infungibili utilizzando il canale di reclutamento, con procedura a evidenza pubblica, mediante la rete dei centri per l’impiego. Insomma, uomini e donne, compresi gli operai per le officine dove si riparano i mezzi, fondamentali per sostenere lo sforzo del nuovo modello di raccolta.

Lavoro Ama Roma 2018

Erano anni che l’azienda municipalizzata di Roma non assumeva. Dopo l’incontro e le trattative intercorse tra l’assessore alla Sostenibilità ambientale, Pinuccia Montanari, il direttore operativo della municipalizzata, Massimo Bagatti, il direttore del Personale, Saverio Lopes, e il responsabile delle relazioni industriali, Marcello Bronzetti, da quest’anno e fino al 2020 saranno assunte 400 persone e nello stesso tempo molti dipendenti andranno in pensione. Si tratta sicuramente di operatori ecologici, addetti alla manutenzione, operai per le officine dove i mezzi vengono riparati e altri tipi di mansioni e figure che saranno comunicate in seguito visto che dovrebbero essere attivati dei bandi appositi.

La svolta, comunque, è arrivata nella giornata di venerdì, quando la Cgil di Roma e del Lazio, ha convocato per una conferenza stampa i giornalisti ed ha annunciato di voler ricorrere alle carte bollate.

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“Serve una scossa al Comune di Roma: la gestione di Multiservizi evidenzia tutte le criticità del passato. Il sistema degli appalti di Roma va cambiato. Il licenziamento esercitato da Multiservizi nei confronti dei lavoratori è solo l’ennesimo ricatto, che viene esercitato sull’Amministrazione Capitolina”. Queste le prime parole battagliere del segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Michele Azzola. Poi l’affondo: “I primi giorni della prossima settimana – ha aggiunto – presenteremo una denuncia al Tribunale civile di Roma per chiedere il risarcimento dei danni al Campidoglio, che ha prodotto un atto grave disattendendo l’accordo con i sindacati che prevedeva di non effettuare licenziamenti creando un danno diretto economico e di immagine alla Cgil perché gli iscritti a questo punto possono dire che gli accordi siglati con noi non valgono nulla e cancellarsi dal sindacato. Poi – ha spiegato – valuteremo con i nostri legali una denuncia alla Corte dei conti per valutare come si stanno spendendo le risorse pubbliche del Comune di Roma”.

Azzola, inoltre ha chiarito che “420 milioni di appalto sono una torta troppo grossa, il Comune deve garantire una trasparenza diversa, l’amministrazione Raggi deve rispondere degli accordi che ha siglato e che sono stati violati, è necessario che venga fatta quella trasparenza che era stata richiesta. Siamo profondamente insoddisfatti di come l’amministrazione sta gestendo questa vicenda. Staremo a fianco di quei lavoratori, ma soprattutto di tutti quei cittadini che avranno una qualità del servizio che sta peggiorando, mentre dentro Multiservizi c’è chi si distribuisce le risorse pubbliche assegnandosi soldi con bonus che non sono giustificati. Tutto ciò non ha senso e bisogna portarlo alla luce”. Per quanto riguarda i lavoratori di Cassino, Azzola ha detto che “l’azienda ha pagato dei soldi facendo delle transazioni per far rientrare alcuni dei 18 licenziamenti e far accettare ai lavoratori di ‘non lavorare’: sono stati portati a Cassino in una università a firmare una conciliazione con una elargizione di 20mila euro per far accettare il cambio di mansione”.

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Lorenzo Orlando
Lorenzo Orlando
PM, Content Editor, eterno studente. Leggo, guardo film, ascolto musica e faccio sport. Certe notti faccio pure finta di lavorare.
L'Azienda municipalizzata del Comune di Roma Ama Spa torna ad assumere personale: nel prossimo triennio 2018/2020 la società effettuerà 400 assunzioni di personale per sostituire le risorse in uscita per pensionamento. Il piano di assunzioni di Ama per il prossimo triennio prevede l’assunzione di nuovi operatori ecologici, addetti alla manutenzione, operai per le officine e altre figure, da reclutare tramite procedure a evidenza pubblica gestite dalla rete dei centri per l’impiego di Roma. Secondo le prime informazioni nel corso del 2018 saranno 130 le unità di personale assunte, le restanti verranno distribuite tra il 2019 e il 2020. Il piano di assunzioni riguardarà operatori ecologici, addetti alla manutenzione e altre figure infungibili utilizzando il canale di reclutamento, con procedura a evidenza pubblica, mediante la rete dei centri per l'impiego. Insomma, uomini e donne, compresi gli operai per le officine dove si riparano i mezzi, fondamentali per sostenere lo sforzo del nuovo modello di raccolta.

Lavoro Ama Roma 2018

Erano anni che l’azienda municipalizzata di Roma non assumeva. Dopo l’incontro e le trattative intercorse tra l’assessore alla Sostenibilità ambientale, Pinuccia Montanari, il direttore operativo della municipalizzata, Massimo Bagatti, il direttore del Personale, Saverio Lopes, e il responsabile delle relazioni industriali, Marcello Bronzetti, da quest’anno e fino al 2020 saranno assunte 400 persone e nello stesso tempo molti dipendenti andranno in pensione. Si tratta sicuramente di operatori ecologici, addetti alla manutenzione, operai per le officine dove i mezzi vengono riparati e altri tipi di mansioni e figure che saranno comunicate in seguito visto che dovrebbero essere attivati dei bandi appositi. La svolta, comunque, è arrivata nella giornata di venerdì, quando la Cgil di Roma e del Lazio, ha convocato per una conferenza stampa i giornalisti ed ha annunciato di voler ricorrere alle carte bollate. “Serve una scossa al Comune di Roma: la gestione di Multiservizi evidenzia tutte le criticità del passato. Il sistema degli appalti di Roma va cambiato. Il licenziamento esercitato da Multiservizi nei confronti dei lavoratori è solo l’ennesimo ricatto, che viene esercitato sull’Amministrazione Capitolina”. Queste le prime parole battagliere del segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Michele Azzola. Poi l’affondo: “I primi giorni della prossima settimana – ha aggiunto – presenteremo una denuncia al Tribunale civile di Roma per chiedere il risarcimento dei danni al Campidoglio, che ha prodotto un atto grave disattendendo l’accordo con i sindacati che prevedeva di non effettuare licenziamenti creando un danno diretto economico e di immagine alla Cgil perché gli iscritti a questo punto possono dire che gli accordi siglati con noi non valgono nulla e cancellarsi dal sindacato. Poi – ha spiegato – valuteremo con i nostri legali una denuncia alla Corte dei conti per valutare come si stanno spendendo le risorse pubbliche del Comune di Roma”. Azzola, inoltre ha chiarito che “420 milioni di appalto sono una torta troppo grossa, il Comune deve garantire una trasparenza diversa, l’amministrazione Raggi deve rispondere degli accordi che ha siglato e che sono stati violati, è necessario che venga fatta quella trasparenza che era stata richiesta. Siamo profondamente insoddisfatti di come l’amministrazione sta gestendo questa vicenda. Staremo a fianco di quei lavoratori, ma soprattutto di tutti quei cittadini che avranno una qualità del servizio che sta peggiorando, mentre dentro Multiservizi c’è chi si distribuisce le risorse pubbliche assegnandosi soldi con bonus che non sono giustificati. Tutto ciò non ha senso e bisogna portarlo alla luce”. Per quanto riguarda i lavoratori di Cassino, Azzola ha detto che “l’azienda ha pagato dei soldi facendo delle transazioni per far rientrare alcuni dei 18 licenziamenti e far accettare ai lavoratori di ‘non lavorare’: sono stati portati a Cassino in una università a firmare una conciliazione con una elargizione di 20mila euro per far accettare il cambio di mansione”.