Vivere e Lavorare in Spagna nel 2022: Come fare

Ammettiamolo, siamo cresciuti un po’ tutti a Macarena e Bamboleo. Abbiamo passato estati intere a ballare Asereje accompagnati da qualche bicchiere di Sangria (di troppo) e tutti almeno una volta nella vita abbiamo pensato: lascio tutto e vado a vivere in Spagna.

Se fate parte degli ispanico-lovers e avete deciso di fare il salto adesso, vi consigliamo di leggere questo articolo dove troverete tutti i consigli pratici per andare a vivere e a lavorare in Spagna! Listos? Vamonos! 

Vivere e Lavorare in Spagna nel 2022

La Spagna ha sempre avuto per noi italiani un certo fascino: il clima è mite tutto l’anno, la lingua spagnola è molto simile a quella italiana, lo stile di vita è aderente al nostro. Non è un caso che, secondo una recente stima dell’ AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), attualmente i concittadini che vivono in Spagna sono circa 300.000. Dato impressionante se lo paragoniamo al passato: nel 2001 erano 36.000 e nel 2006 circa 100.000. Le grosse comunità italiane si concentrano soprattutto a Barcellona, Madrid e alle isole Canarie.
La Spagna sembra avere tutte le carte in regola per essere la Terra Promessa di molti, ma come tutte le cose, ci sono i pro e i contro. Vediamoli insieme.

Tra i pro, oltre alla lingua e al clima che già abbiamo citato, c’è:

  • la vicinanza con l’Italia (in 1 o massimo 2 ore si raggiunge la madrepatria)
  • il costo della vita più basso rispetto a quello italiano in gran parte del Paese
  • la tassazione meno pesante di quella italiana, dove le aliquote sono più contenute soprattutto per i redditi più bassi

E i contro? Purtroppo la Spagna condivide con l’Italia anche qualche aspetto meno piacevole come:
– il tasso di disoccupazione che, pur essendo migliorato negli ultimi anni, alla fine del 4° trimestre 2021, è stato calcolato pari al 13,3%
– la burocrazia lenta e impervia
– i salari non altissimi

La Spagna è divisa in 17 comunità autonome, è una Monarchia Parlamentare dove è presente un re (Filippo VI) che esercita il ruolo di Capo dello Stato e un presidente del Governo (attualmente Sanchez Perez Castejon) che esercita il potere esecutivo. E allora da dove iniziare per andare a vivere in Spagna?

Il nostro consiglio prima di fare le valigie è di testare il Paese, magari con un soggiorno breve oppure, per chi ha i requisiti, partecipando al progetto Erasmus o al Servizio Volontario Europeo. Fare un’ esperienza a breve termine vi aiuterà a entrare in contatto con gli autoctoni, a imparare la lingua e più in generale a capire se la Spagna fa davvero per voi!

I Lavori più richiesti in Spagna

L’offerta lavorativa in Spagna è variabile e dipende molto dall’area del Paese in cui si decide di andare a vivere. Vediamo in generale quali sono i lavori più richiesti in Spagna.

Tra tutti spiccano i profili altamente specializzati nel settore medico e IT, si cercano pertanto:

  • informatici e tecnici
  • medici, ostetriche, infermieri

C’è grande richiesta anche in altri settori, dove si cercano figure quali:

  • operai specializzati
  • cuochi
  • lavoratori agricoli

Meritano un capitolo a parte due settori importantissimi per il Paese: la ristorazione e il turismo. Camerieri, lavapiatti, addetti al ricevimento, assistenti turistici: sono figure richieste prevalentemente per il lavoro stagionale e in determinate zone.

Per lavoro stagionale si intende un lavoro a tempo determinato che viene svolto per un periodo circoscritto dell’anno. È una delle modalità maggiormente richieste durante l’estate soprattutto nelle isole maggiori ed è la preferita dai giovani, in quanto permette di viaggiare, guadagnare e fare nuove amicizie.

Oltre alle strutture ricettive, ai ristoranti e alle gelaterie, in Spagna c’è anche una grande richiesta di lavoratori nel settore del clubbing. Basti pensare a Ibiza, Maiorca, alla Costa Brava o alla stessa Barcellona: durante l’estate la movida spagnola accoglie giovani di tutto il mondo, è pertanto molto frequente leggere (soprattutto sui gruppi Facebook) annunci di lavoro per club promoter e PR.

Contratti di lavoro in Spagna

Febbraio 2022 è stato un mese molto importante per il mondo del lavoro in Spagna. È stata infatti approvata la nuova riforma del lavoro, che incentiva l’assunzione con i contratti a tempo indeterminato, riducendo così di molto il problema della precarietà. La riforma sembra aver già dato i primi frutti: si calcola che a febbraio 2022 siano stati avviati circa 315.000 contratti a tempo indeterminato. Un aumento, complice anche l’allentamento delle restrizioni per la pandemia, pari a circa il 139% in più rispetto a febbraio 2021. Una notizia positivissima che segna per la Spagna un importante punto di svolta.

Vediamo nello specifico le novità che riguardano i contratti di lavoro in Spagna.

Contratto a tempo indeterminato
Con l’ultima riforma diventa il contratto standard, quello “base”. Disposizione fortemente voluta dal Governo per sopperire ai contratti di lavoro a tempo determinato: i cosiddetti “a servizio o progetto”.

Contratto a tempo determinato
È univoco e attuabile soltanto per determinate esigenze limitate nel tempo, di tipo sostitutivo o produttivo. La riforma prevede anche un notevole inasprimento delle sanzioni per le irregolarità.

Contratto discontinuo (settore edilizia)
È un contratto che diventa automaticamente indeterminato. Dopo aver ultimato il lavoro per una data commessa, il lavoratore ha il diritto di essere ricollocato in un altro cantiere o inserito in programmi formativi. In caso di impossibilità da parte dell’azienda, il lavoratore ha diritto a un’indennità pari al 7% della paga ricevuta.

Contratti di formazione
Sono di due tipi: formazione/lavoro e tirocinio professionale. Il primo è un contratto che ha una durata massima di 24 mesi ed è rivolto agli under 30. Il salario dovrà essere pari al 60% (primo anno) e al 75% (secondo anno) della paga prevista dall’accordo collettivo per un lavoratore della medesima categoria.

Il tirocinio professionale ha invece una durata che va dai 6 ai 12 mesi e può essere svolto entro i 3 anni successivi all’ottenimento della relativa abilitazione.

Lavorare e studiare in Spagna: si può fare?

La Spagna, oltre ad accogliere molti italiani, è la meta preferita degli studenti. Pensate che con il programma Erasmus+ ogni anno più di 30.000 giovani decidono di studiare in città come Granada e Barcellona. Con la sua multiculturalità e la sua accoglienza caliente, la Spagna sa essere l’habitat perfetto dove studiare e muovere i primi passi (ma non solo) nel mondo del lavoro. Vediamo come.

Se siete studenti universitari e volete continuare il percorso di studi in Spagna potete richiedere una delle numerose borse di studio che ogni anno il Ministero spagnolo degli Affari Esteri e della Cooperazione Becas MAEC-AECI mette a disposizione. Sono previsti anche dei finanziamenti per studenti di master e post dottorato, in questo caso è richiesta la conoscenza dello spagnolo.

Prima di partecipare a qualsiasi bando vi consigliamo di monitorare il sito del Ministero spagnolo dell’Istruzione e dell’Ambasciata di Spagna.

Ci sono molte organizzazioni che accompagnano gli studenti nel modo del lavoro, come ad esempio la Fundación Universidad-Empresa o il network internazionale AISEC o l’ente IAESTE. Se invece avete terminato il percorso universitario o volete orientarvi verso altre esperienze, potete frequentare un corso di lingua, magari dando un’occhiata alle molteplici soluzioni offerte dai siti degli istituti accreditati.

Un’altra opportunità da non sottovalutare per iniziare a conoscere la cultura del Paese è sicuramente lo scambio alla pari: si tratta di un’esperienza au pair dove il lavoratore, inserito all’interno di un nucleo famigliare, si occupa delle faccende domestiche e delle attività quotidiane ricevendo in cambio vitto e alloggio. Le figure più richieste dalle famiglie sono solitamente le babysitter e i grower (coltivatori).

Per iniziare un’esperienza alla pari potete contattare gli enti preposti o le agenzie di collocamento come l’ECAPS, European Commitee for Au Pair Standards, oppure rivolgendovi direttamente agli sportelli EURES (European Employment Services), i servizi europei per l’impiego diffusi in tutti gli Stati membri.

In quale Settore Cercare lavoro in Spagna

Prima di iniziare a cercare lavoro in Spagna bisogna munirsi di CV preferibilmente in spagnolo (se si tratta di lavoro stagionale, alcune aziende potrebbero accettare anche quello in inglese) e di NIE ovvero mero de Identidad de Extranjero. È un documento fondamentale che corrisponde al nostro codice fiscale e consente di pagare le tasse e di aprire un conto bancario per l’accredito dello stipendio.

Le offerte di lavoro cambiano in base alla zona in cui ci si trova. A Barcellona e a Madrid si chiedono profili professionali e specializzati, nelle isole invece si prediligono figure nel campo della ristorazione e del turismo. Se è la prima volta che vi affacciate al mondo del lavoro spagnolo vi consigliamo di orientarvi verso una professione stagionale a contatto con le persone: questo vi aiuterà a imparare meglio anche la lingua!

Per cercare lavoro in Spagna potete iniziare dando un’occhiata ai siti più visitati e aggiornati come:


Cosa serve per lavorare in Spagna?

Per i cittadini italiani recarsi in Spagna e soggiornare per massimo 90 giorni è semplicissimo: basta un documento di identità valido e un biglietto areo. Se però state pensando di trasferirvi seriamente in terra iberica, dovrete considerare qualche pratica burocratica in più.

E allora quali sono i principali documenti richiesti per lavorare in Spagna?

Una delle prime cose da fare è ottenere il NIE, mero de Identidad de Extranjero, un codice fiscale che vi aprirà non poche porte. Con il NIE potrete infatti attivare una sim card spagnola, stipulare un contratto di affitto e assicurarvi il numero di previdenza sociale. Per ottenere il NIE basterà prendere appuntamento e recarsi a una Stazione di Polizia con il proprio documento di identità, un’assicurazione sanitaria e una bozza del contratto di lavoro.

Il mero de Seguridad Social ovvero numero di previdenza sociale è importantissimo per tutti i cittadini europei. Consente di pagare le tasse in Spagna e di accumulare i contributi pensionistici. Come conseguirlo? Se siete dipendenti, sarà l’azienda stessa a occuparsi della pratica, in caso contrario dovrete compilare il modulo TA.1 in spagnolo e portarlo all’ufficio della Tesoreria Generale della Previdenza Sociale più vicino a voi.

Un altro importante documento da avere è il Certificato di empadroniamento, ovvero l’iscrizione all’anagrafe spagnola che vi permetterà di ricevere eventuali rimborsi sulle tasse e di stipulare l’assicurazione sanitaria. Per ottenerlo dovrete recarvi presso il Municipio del Comune di residenza con una prova di domicilio.

Last but not least: per lavorare in Spagna è necessario aprire un conto bancario spagnolo. Come? Prendendo appuntamento in banca, muniti di NIE (per i residenti) oppure di documento di identità, prova di domicilio e prova del reddito (per es: busta paga) per i non residenti.

Se avete dubbi in merito ai documenti da presentare, vi consigliamo di chiedere maggiori informazioni al Consolato Spagnolo in Italia.

Titoli di Studio Italiani Riconosciuti in Spagna

Se siete dei professionisti e avete deciso di andare a lavorare in Spagna o se siete studenti e volete proseguire gli studi presso un’università spagnola, avrete bisogno di omologare i vostri titoli di studio.

In Spagna il riconoscimento si chiama homologación ed è una pratica fondamentale per assicurarsi che la propria qualifica professionale abbia lo stesso valore dell’equivalente spagnola. Esistono due tipi di homologación:

il riconoscimento del livello accademico. Si ottiene in circa 6/8 mesi e permette di riconoscere il proprio titolo di studi, sia esso diploma, master o laurea

– l’equiparazione totale dei propri studi in tutta la Spagna. Si ottiene in circa 1 anno e corrisponde in tutto e per tutto all’equivalente del proprio percorso di studi italiano.

La procedura non è sbrigativa, ma con un po’ di pazienza e muniti della documentazione necessaria potrete vedere riconosciuti i vostri titoli di studio. Per sapere come fare e conoscere tutti i dettagli, potete consultare il sito del Ministero spagnolo dell’Istruzione, della Cultura e dello Sport (MECD).

Migliore città per Lavorare in Spagna

La Spagna offre tanto a tanti. Non è un caso che gli espatriati di varie nazionalità rappresentino il 12,8% dell’intera popolazione spagnola.

Scegliere la città in cui trasferirsi non è semplice: le opportunità sono molteplici e cambiano a seconda dello stile di vita, delle abitudini e del tipo di lavoro. Cerchiamo di fare chiarezza e stilare una piccola lista con le città più appealing della penisola iberica.

Barcellona
È un’importante meta turistica internazionale ed è sede di molti monumenti artistici (pensiamo solo alla Sagrada Familia). Con i suoi 5 km di litorale, Barcellona si conquista il primato di unica metropoli europea con la spiaggia in città. Offre molte opportunità lavorative in diversi campi, ma, a differenza di altre città spagnole, gli affitti sono più alti e i salari non sempre in linea con il costo della vita.

Madrid
La capitale spagnola offre buonissime possibilità di lavoro, e si posiziona al 7° posto della classifica delle città con la migliore qualità di vita secondo la rivista britannica Monocle. Inoltre, gode di una fervida movida nonché di un’ampia offerta culturale.

Valencia
Più volte definita come “l’equilibrio perfetto” tra il divertimento e il lavoro, è una città scelta da moltissimi expat. Si può girare facilmente a piedi o in bici e il costo della vita è decisamente inferiore rispetto a Barcellona e Madrid.

Siviglia
È la città del sole e della maestosa architettura moresca. È ben collegata con aeroporti e stazioni, è piena di bar e ristoranti e, da qualche anno, grazie alla superficie pianeggiante e alle numerose piste ciclabili, è stata incoronata la città più bike friendly della Spagna.

Poi ci sono le Canarie, le isole più amate dai cosiddetti nomadi digitali. Godono di ambienti naturali di una bellezza impressionante, il clima è temperato tutto l’anno e vantano un regime fiscale ridotto. Grazie alle forti agevolazioni tributarie e alla tassazione fissa con un’aliquota pari al 7%, il costo della vita è il più basso della Spagna. Ma attenzione! Oltre al costo della vita, anche i salari sono più bassi, ecco perché sono l’habitat ideale per chi ha già un entrata fissa e può ovviare a lavori saltuari e poco retribuiti.

Stipendi in Spagna: quanto si guadagna?

Anche in questo caso la risposta è depende: dal tipo di lavoro, dalla città in cui si vive, dai propri titoli di studio, in generale possiamo dire che uno stipendio medio va dai 12.000 ai 18.000€ annui.

A partire dal 1° gennaio 2022 il minimo salariale mensile previsto dal Governo spagnolo è pari a 1050 € netti per 14 mensilità. Per farvi un’idea, ecco due esempi di stipendi mensili in Spagna:

– ingegnere 2400 €

– muratore 1150€

I salari non sono di certo alti come quelli tedeschi o norvegesi, ma sicuramente la Spagna è un Paese che fa sentire a casa. Dal cibo al clima, dall’accoglienza alla lingua è difficile saziarsi della cultura spagnola: una volta che ci si immerge è faticoso uscirne, senza qualche acciacco nostalgico.

E allora cosa aspettate a partire? Siete pronti a gridare al mondo Hasta luego?

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Autore
Jessica Vengust
Jessica Vengust
Sono una triestina trapiantata a Roma da più di un decennio. Collaboro come copy e contributor freelance per diversi magazine online che si occupano di costume e cultura. Mi diletto a raccontare le storie legate al territorio e all'autenticità delle tradizioni. Amo correre alle Terme di Caracalla, la Settimana Enigmistica di Bartezzaghi e la Vitovska del Carso. Non so cucinare, ma sono onnivora.