Secondo le disposizioni del Decreto blocca cessioni, diventato legge, chi non riesce a cedere i crediti per i lavori effettuati nell’anno 2022 attraverso il Superbonus 110, entro la data del 30 novembre 2023, rischia di perderli per sempre in modo definitivo. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla remissione in bonus.
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Superbonus 110 e crediti per lavori nel 2022
Banche oberate dalle attività e la piattaforma Enel X ancora non operativa. Quest’ultima, infatti, avrebbe dovuto facilitare le operazioni di cessione, ma il suo sviluppo sta registrando ritardi. In questo modo, quindi, coloro che entro il 30 novembre 2023 non cedono i crediti del Superbonus 110 che sono stati maturati con i lavori del 2022, rischia di perderli.
Remissione in bonus: di cosa si tratta?
Se si considerano i termini e le scadenze del Decreto blocca cessioni convertito in legge, i contribuenti hanno poco tempo per procedere con la cessione dei crediti maturati con il Superbonus o altri bonus edilizi. La conversione del Decreto, infatti, determina la possibilità di continuare a vendere i crediti d’imposta fino alla data del 30 novembre 2023, pagando una sanzione di 250 euro su ciascuna operazione di compravendita.
Questa è la “remissione in bonus” che stabilisce la deroga della scadenza che era stata precedentemente fissata al 31 marzo 2023, ma che ora è stata spostata a novembre 2023.
Crediti Superbonus: cosa fare?
Entro questa data, quindi, i contribuenti dovranno comunicare le cessioni dei crediti e gli sconti in fattura delle spese che sono relative ai lavori dell’anno 2022. Per i contribuenti che non venderanno i bonus entro il 30 novembre 2023, c’è la possibilità di detrarre il credito maturato con il Superbonus 110, attraverso 10 quote annuali in dichiarazione dei redditi 2024, in questo modo non verrà perso tutto.