Piccoli lavori e planimetrie | “Salva Casa” chiarito dal Ministero, cosa puoi regolarizzare senza panico

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Il decreto “Salva Casa” è stato chiarito dal Ministero: molti piccoli lavori interni o difformità minime possono ora essere sanate più facilmente. Ecco cosa puoi sistemare senza rischiare sanzioni pesanti.

Con il nuovo decreto “Salva Casa”, il Ministero delle Infrastrutture ha chiarito i casi in cui è possibile regolarizzare piccoli interventi edilizi realizzati senza permessi o con difformità leggere rispetto alla planimetria depositata. L’obiettivo è sbloccare migliaia di compravendite bloccate da irregolarità minime, spesso non rilevanti dal punto di vista statico o igienico-sanitario.

Le semplificazioni riguardano modifiche interne come spostamento di tramezzi, apertura di vani porta, realizzazione di soppalchi non strutturali o interventi su impianti. In questi casi, se non c’è stato aumento di volume o alterazione della destinazione d’uso, è possibile aggiornare la planimetria senza avviare procedimenti complessi.

Cosa si può regolarizzare davvero e cosa resta vietato

Le difformità tollerate sono quelle che non incidono sulla sagoma, sull’impatto visivo o sulla sicurezza dell’immobile. È quindi possibile sanare piccole variazioni tra stato di fatto e planimetria catastale, purché non derivino da abusi edilizi strutturali. Anche elementi come nicchie, ribassamenti, controsoffitti o modifiche interne agli impianti rientrano nella sanatoria semplificata.

Restano esclusi dalla regolarizzazione automatica gli ampliamenti non autorizzati, le chiusure di balconi, i cambi d’uso non dichiarati e gli interventi su parti comuni nei condomìni senza autorizzazione. In questi casi, è ancora necessario un procedimento autorizzativo ordinario, con possibile applicazione di sanzioni amministrative o penali.

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Come aggiornare le planimetrie e chi può aiutarti

Per regolarizzare la situazione è sufficiente rivolgersi a un tecnico abilitato (geometra, architetto, ingegnere) che rediga una nuova planimetria conforme allo stato attuale dell’immobile. La pratica viene depositata al Catasto e allegata all’atto di compravendita o all’eventuale sanatoria edilizia, se necessaria.

Il decreto prevede che nei casi di lievi difformità non ci siano ostacoli al rilascio del certificato di conformità urbanistica e catastale, evitando così blocchi nei rogiti e richieste di integrazione. In molti casi, basta una semplice dichiarazione asseverata da parte del tecnico per sistemare la situazione in pochi giorni.

La norma “Salva Casa” semplifica l’iter e restituisce serenità a chi deve vendere o comprare casa. Ma ogni caso va valutato singolarmente. Meglio affidarsi a un professionista per capire subito se la modifica è regolarizzabile e mettere tutto in ordine prima che diventi un problema.