Come diventare Consulente del Lavoro e Quanto si Guadagna

Mettere su un’impresa in questo momento storico è più semplice che in tanti altri: non occorrono grandi capitali da parte, né essere cresciuti con il mito imprenditoriale di Paperon de’Paperoni o di Briatore.

Paradossalmente in questo periodo di crisi, i Governi dei diversi Paesi stanno agevolando molto la nascita della libera iniziativa imprenditoriale, riconoscendole il ruolo fondamentale all’interno delle economie locali dei diversi Paesi. Basta una buona idea e un po’ di sale in zucca per far nascere qualcosa, per far partire una piccola azienda o un’associazione culturale. Certo è che farla partire non basta, e a volte neppure farla decollare: gestire un’attività è proprio un altro discorso.

Sì, perché un’azienda oggi non è formata  solamente della componente produttiva che la caratterizza: come ogni soggetto giuridico ha dei diritti e dei doveri di fronte alla legge, nonché obblighi più o meno complessi da assolvere. E non in ultimo ogni azienda è composta da macchinari, progetti e soprattutto da esseri umani: mettere in moto dei macchinari o avviare la produzione sono compiti per nulla complessi se messi a confronto con quella che è la gestione del capitale umano! Per questo attorno ad ogni impresa gravitano diverse figure professionali, spesso anche esterne, che si occupano della gestione di alcuni aspetti particolarmente delicati e vitali per il funzionamento di quest’ultima: tra questi gioca un ruolo fondamentale il consulente del lavoro.

La richiesta del supporto di professionisti talentuosi e formati sta crescendo sempre di più nelle Aziende Italiane. Questo perché al loro interno non hanno le competenze e conoscenze necessarie per occuparsi del processo che passa dall’azienda fino ai dipendenti.

Quella del consulente del lavoro è una figura che in Italia esiste da oltre trent’anni e opera come libero professionista in collaborazione con aziende di piccole e medie dimensioni, facendosi carico di importanti compiti di gestione. Primo fra tutti: la gestione del personale, insieme di processi e operazioni necessari perché un’azienda possa espletare le sue funzioni vitali.  Ti piacerebbe fare consulenza in questo ambito? Allora questa piccola guida su come si diventa consulente del lavoro, quali skills sono necessarie e dove si può arrivare con questo lavoro è pensata apposta per te.

Come diventare Consulente del lavoro

Ogni Azienda per Legge è tenuta ad adempiere alcuni doveri, spesso però non si hanno gli strumenti necessari per ottemperare a queste regole. Così ci si serve di professionisti formati e sempre aggiornati.

Il consulente del lavoro si occupa per conto di un datore di lavoro di tutta una serie di pratiche relative alla gestione del personale, che vanno dai rapporti con i sindacati agli inquadramenti contrattuali, agli adempimenti di obblighi relativi a previdenza e assistenza sociale, alle relazioni con enti come Inps e Inail, per arrivare persino alla contabilità e alla consulenza fiscale. Si tratta quindi di un libero professionista che svolge un ruolo cruciale nella gestione dei rapporti trilaterali tra azienda, dipendenti e istituzioni pubbliche.

Diritto del lavoro , previdenza sociale, contabilità e diritto tributario, sono le principali materie di cui si deve essere appassionati perché rappresentano la base di questa professione.

Quali sono gli “ingredienti” necessari per diventare consulente del lavoro?
Quella di consulente del lavoro è una professione dove è richiesta una solida preparazione teorica di settore: molte delle sue mansioni infatti prevedono un’eccellente conoscenza della normativa per quanto riguarda lavoro, contratti, prevenzione e previdenza sociale. Essendo però un mestiere che prevede una costante relazione con altre persone, non basta una buona preparazione: per essere un buon consulente del lavoro è fondamentale essere naturalmente predisposti al lavoro a contatto con l’altro, al relazionarsi in maniera costruttiva per creare sinergie efficaci e avere anche una buona capacità di mediazione, data la posizione particolare del consulente.

Come si diventa consulente del lavoro?
Il consulente del lavoro nasce ufficialmente come professione con la legge n.12 del 1979 che ne detta le basi e definisce il percorso per ottenere la qualifica: come tutte le professioni per cui esistono un ordine nazionale (Enpacl) e un albo professionale, è necessario svolgere un periodo di praticantato certificato, della durata di due anni, per poter sostenere l’esame di abilitazione.

Fino al 2007 per diventare consulente del lavoro era necessario unicamente il diploma di scuola superiore, mentre ora per poter accedere al praticantato è necessario  possedere la Laurea triennale o magistrale in

  • Giurisprudenza,
  • Scienze dei servizi giuridici
  • Scienze dell’economia e della gestione aziendale
  • Economia,
  • Scienze Politiche e delle relazioni internazionali
  • Teorie e tecnica della formazione e dell’informazione giuridica.

Ma non basta solo la Laurea per poter svolgere questo lavoro. La Laurea è solo il primo passo per te che hai deciso di intraprendere questa strada.

Praticantato
Lo step successivo rappresenta il praticantato è  propedeutico per l’iscrizione all’Albo dei Consulenti del Lavoro  ed è obbligatorio. Ha una durata di 18 mesi ,  come viene definito nell’art.9  della L. 12/79, e  non può superare questo periodo.   Può essere svolto o presso uno Studio di Consulenti del Lavoro o presso altre figure come avvocati, commercialisti e ragionieri descritti nell’art.1 della L.12/79, ed iscritti all’Albo da almeno 5 anni.

Cominciato il praticantato ci si deve iscrivere al registro dei praticanti, necessario per attestare le attività dei tirocinanti. Non solo i laureati possono accedere a questa fase ma anche i laureandi che sono in regola con gli esami. Questo periodo è necessario per cercare di affrontare al meglio L’Esame di Stato indispensabile per entrare a far parte dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro.

Per chi volesse approfondire le informazioni sul periodo di praticantato può farlo tramite il seguente regolamento interno.

Esame di Stato
Ultima fase per terminare il percorso e raggiungere il proprio sogno è l’Esame di abilitazione. Si divide in 3 prove: 2 scritte e 1 orale.

Una prima prova scritta consisterà nell’elaborazione di un tema sulla legislazione sociale e sul diritto del lavoro, la seconda prova scritta verterà  su concetti teorico-pratici di diritto tributario, a scelta della Commisione.

I componenti della Commissione  sono spesso figure professionali del Ministero del Lavoro, dell’Inps , dell’Inail e professori ordinari  di materie giuridiche. Durante le prove è possibile utilizzare testi di legge non commentati ed hanno una durata di circa 7 ore.

Superate queste due prove, la terza prova orale riguarderà le seguenti materie:

  • Diritto tributario
  • Diritto del lavoro
  • Elementi di diritto privano
  • Pubblico e penale
  • Legislazione sociale
  • Ragioneria
  • Rilevazione del costo del lavoro e formazione del bilancio

Superato tutto potrete finalmente iscrivervi all’Albo dei Consulenti del Lavoro! Ma ricordate è importante frequentare dei corsi o seminari per acquisire i 50 crediti ,ogni 2 anni,  della Formazione Continua, necessaria per la professione.

Piccola nota: l’iscrizione all’albo dei consulenti del lavoro non è compatibile con l’attività di giornalista professionista, di notaio, di esattore di tributi e di dipendente di di istituti di patronato o di associazioni sindacali.

Quanto si guadagna?
Essendo il consulente del lavoro un libero professionista, non è possibile fornire un dato univoco o attendibile, ma soltanto stime. Secondo un’indagine del Sole 24 Ore che risale al 2008, il volume di affari medio di un consulente del lavoro si aggirava attorno agli 88mila euro l’anno, a fonte di un praticantato che invece, fatta eccezione per rari e irrisori rimborsi spese, non è in alcun modo retribuito.

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Autore
Lorenzo Orlando
Lorenzo Orlando
PM, Content Editor, eterno studente. Leggo, guardo film, ascolto musica e faccio sport. Certe notti faccio pure finta di lavorare.