Dal 1° gennaio 2025, i pensionati italiani vedranno un aumento nei loro assegni mensili grazie al meccanismo della perequazione automatica. La variazione, fissata al +0,8%, è stata confermata dal decreto ministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 novembre 2024.
Vediamo in dettaglio cosa comporta questa novità, a quanto ammontano gli aumenti e quali categorie di pensioni beneficeranno della rivalutazione.
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Quanto aumentano le pensioni dal 2025?
Secondo l’articolo 2 del decreto interministeriale del 15 novembre 2024, la perequazione porterà a un incremento dello 0,8% sugli importi lordi delle pensioni. Questo meccanismo tiene conto della variazione dei prezzi al consumo rilevata dall’Istat per il 2024.
Ecco alcuni esempi pratici:
- Pensione di 1.000 euro al mese: aumento di 8 euro mensili (96 euro annui);
- Pensione di 1.500 euro al mese: aumento di 12 euro mensili (144 euro annui);
- Pensione di 2.000 euro al mese: aumento di 16 euro mensili (192 euro annui).
Tali incrementi saranno applicati a partire dal primo assegno di gennaio, ma eventuali aggiustamenti legati a discrepanze nei dati sull’inflazione saranno effettuati nel 2026.
Chi ha diritto alla rivalutazione?
La rivalutazione si applica a tutte le pensioni rientranti nel sistema di perequazione automatica. In particolare, beneficeranno dell’aumento:
- le pensioni di vecchiaia, anzianità e anticipate;
- le pensioni di invalidità e inabilità;
- i trattamenti ai superstiti, come le pensioni di reversibilità;
- le pensioni minime, che verranno adeguate agli importi stabiliti per legge.
Questo meccanismo garantisce un adeguamento trasversale, con l’obiettivo di tutelare il potere d’acquisto dei pensionati.
Come funziona la perequazione?
La perequazione è un sistema che protegge il valore reale delle pensioni, adeguandole al tasso di inflazione. L’aumento dello 0,8% per il 2025 è stato calcolato sulla base dell’indice FOI (Famiglie di Operai e Impiegati), comunicato dall’Istat il 5 novembre 2024.
Tuttavia, è importante sottolineare che la percentuale attualmente fissata è provvisoria. Qualora l’inflazione definitiva del 2024 risultasse diversa da quella stimata, saranno previsti conguagli nel 2026. Questo sistema consente di correggere eventuali discrepanze e di mantenere equità per tutti i pensionati.