Nel gennaio 2025, le pensioni subiranno un nuovo aumento grazie alla rivalutazione degli importi, un meccanismo che adegua le pensioni in base all’andamento dell’inflazione. Tuttavia, diverse incognite riguardano il calcolo che verrà utilizzato per adeguare gli importi al costo della vita. Vediamo in dettaglio cosa potrebbe accadere.
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Il ritorno al calcolo originale
La legge n. 448 del 1998 stabilisce i criteri per il calcolo della rivalutazione delle pensioni, anche se questo meccanismo è stato raramente applicato nella sua forma originale. I governi successivi hanno infatti introdotto regole più severe per ridurre i costi, con l’ultimo intervento del governo Meloni che ha ridotto gli importi della rivalutazione per le pensioni superiori a quattro volte il trattamento minimo.
Le regole attuali e le modifiche recenti
Il metodo originale di rivalutazione prevede una perequazione al 100% per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo. Per importi superiori, si applicano percentuali ridotte:
- 90% per la parte di importo compresa tra quattro e cinque volte il trattamento minimo
- 75% per la parte che supera di cinque volte il trattamento minimo
Il governo Meloni ha invece introdotto un metodo che rivaluta parzialmente l’intero importo delle pensioni, non solo la parte eccedente la soglia. Ad esempio, una pensione compresa tra quattro e cinque volte il trattamento minimo viene rivalutata all’85% anziché applicare il 100% e poi il 90% solo sulla parte eccedente.
La rivalutazione nel 2025: cosa aspettarsi
Se la legge originaria tornerà in vigore senza ulteriori proroghe delle misure restrittive, la rivalutazione delle pensioni nel 2025 potrebbe essere più favorevole rispetto agli ultimi due anni. Con un tasso di inflazione stimato all’1,6%, gli aumenti saranno calcolati come segue:
- 1,6% per pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo (2.394,44 euro)
- 1,44% per la parte di pensioni tra quattro e cinque volte il trattamento minimo (2.993,05 euro)
- 1,2% per importi superiori a cinque volte il trattamento minimo
Esempi di aumenti previsti
Consideriamo alcuni esempi per chiarire l’impatto della rivalutazione:
- Una pensione di 1.000 euro vedrebbe un incremento di 16 euro lordi al mese
- Una pensione di 1.500 euro aumenterebbe di 24 euro
- Una pensione di 2.300 euro salirebbe di 36,80 euro
- Una pensione di 2.600 euro, che supera di poco le quattro volte il trattamento minimo, aumenterebbe di circa 41 euro
Il metodo Meloni e le possibili differenze
Se invece venisse confermato il metodo Meloni per un altro anno, gli aumenti sarebbero significativamente ridotti. Ad esempio, per una pensione fino a quattro volte il trattamento minimo, l’incremento sarebbe ancora dell’1,6%, ma per importi superiori le percentuali di rivalutazione sarebbero molto più basse:
- 1,36% per pensioni tra quattro e cinque volte il trattamento minimo
- 0,848% per importi tra cinque e sei volte il trattamento minimo
- Percentuali ulteriormente ridotte per importi superiori
Conclusioni
Il governo dovrà decidere presto quale metodo di rivalutazione adottare per il 2025. La decisione influenzerà significativamente gli importi delle pensioni, con il metodo originario che appare più favorevole rispetto alle misure restrittive degli ultimi anni. Tuttavia, con la necessità di gestire il debito pubblico, non è escluso che si possa proseguire con politiche più contenitive. I pensionati e le associazioni di categoria attendono con ansia una decisione che potrebbe avere un impatto importante sul loro potere d’acquisto. Per rimanere aggiornato, visita la nostra pagina dedicata alle news.