L’Ad di Alphabet Sunbdar Pichai con un messaggio di posta elettronica annuncia ai dipendenti il taglio di 12 mila posti di lavoro in Google. La decisione, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, è il risultato di una serie di riflessioni sulla direzione che prenderà l’azienda in futuro: «questi – spiega Pichai – sono momenti importanti per affinare i nostri obiettivi, rivedere la base dei costi e dirottare i nostri talenti e i nostri capitali verso le principali priorità».
Dunque, Google si allinea a quanto già fatto da Meta, Twitter e Amazon, ma l’ad Pichai è pronto ad assumersi la responsabilità e prevede «grandi opportunità davanti a sé».
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Licenziamenti Google, cosa è successo
Durante la crisi pandemica le compagnie hanno promosso maxi-assunzioni per rispondere all’eccesso di domanda di beni e servizi digitali. A confermarlo sono i dati raccolti da Cnbc: tra il 2022 e il 2022, Microsoft ha assunto 40 mila dipendenti, Amazon ne ha assunte 310 mila, mentre Meta ha aumentato i propri dipendenti del 30%. La stessa Google-Alphabet ha visto aumentare la propria compagine del 15% con 21 mila assunzioni durante la pandemia.
Sembrerebbe, pertanto, che la percentuale di licenziamenti in relazione alla forza lavoro sia in realtà una correzione rispetto alla bulimia di assunzioni.
Il caso Twitter
Twitter è un caso a parte. È l’azienda che ha licenziato in percentuale più di tutti gli altri colossi, da quando Elon Musk ha preso il controllo della società (il 50% della propria forza lavoro, 3.700 persone).
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