Le aziende che non offrono ai propri dipendenti la possibilità di mangiare in mensa possono erogare al dipendente i buoni pasto. Riguardo a questo tema, però, ci sono ancora molte domande aperte che riguardano l’importo e la modalità con cui questo benefit può essere garantito al dipendente. Ecco allora tutto quello che c’è da sapere sui buoni pasto 2023 per i dipendenti, la loro ammissibilità quindi chi ha diritto a riceverli e i benefici fiscali, come funziona la deducibilità dei buoni pasto.
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A chi spettano i buoni pasto e l’azienda è obbligata ad erogarli?
I buoni pasto possono essere in formato cartaceo o elettronico e possono essere erogati dal datore di lavoro ai propri dipendente, sia a quelli che sono assunti a tempo pieno che quelli che sono assunti part-time. Spesso ci si domanda se i buoni pasto sono obbligatori per l’azienda: la risposta è no e in tal senso l’azienda non è obbligata all’erogazione, salvo diversa indicazione presente nel CCNL di categoria. Proprio come il bonus una tantum dipendenti pubblici, i buoni pasto, infatti, vengono spesso utilizzati come premio che viene riconosciuto dal datore di lavoro ai propri dipendenti, quando per esempio non c’è una mensa interna o esterna e non è possibile per il lavoratore fuire del vitto che l’azienda dovrebbe fornire. In casi come questi, il lavoratore può utilizzare i buoni pasto presso bar, ristoranti e supermercati convenzionati.
I buoni pasto anche per fare la spesa?
I buoni pasto dipendenti possono essere utilizzati anche per l’acquisto presso esercenti autorizzati alla vendita al dettaglio e vendita per il consumo sul posto, così come presso agriturismi, ittiturismi e spacci industriali. Secondo il decreto pubblicato nel 2017, poi, si è stabilito che questi possono essere cumulati fino a 8 buoni pasto e possono essere spesi solo dal titolare, senza poterli consegnare a moglie e figli.
Buoni pasto elettronici e i relativi vantaggi fiscali
La Legge di Bilancio 2020 ha introdotto alcune importanti modifiche relative alle esenzioni dei buoni pasto dipendenti. Per i buoni cartacei il limite di esenzione fiscale, infatti, è passato da 5,29 euro a 4 euro, mentre per i buoni elettronici da 7 a 8 euro. In questo modo si cerca di favorire l’uso dei buoni pasto elettronici, che in quanto tracciabili rendono meno difficile l’evasione fiscale.
Ci sono poi ulteriori vantaggi fiscali relativi ai buoni pasto:
- per le aziende l’iva è al 4%. Utilizzando i buoni elettronici l’azienda può detrarre integralmente l’iva sui ticket, mentre non può farlo per i ticket restaurant cartacei.
- per i liberi professionisti, ovvero titolari d’azienda e soci, l’Iva è detraibile al 10% e il 75% delle spese (per un importo massimo pari al 2% del fatturato);
- per le persone giuridiche è possibile detrarre al 100% l’importo dei buoni, sia elettronici che cartacei.
Insomma, i buoni pasto sembrano essere un aiuto concreto per supportare le spese dei propri dipendenti. Per andare incontro alle difficoltà economiche di numerose famiglie, alcune amministrazioni locali hanno messo a disposizione dei bonus, come un aiuto per acquistare beni di prima necessità. Tra questi, è stata pubblicata la Graduatoria Carta Risparmio Spesa Roma con la lista dei soggetti ritenuti idonei. Su Circuitolavoro è sempre possibile restare aggiornati sulle ultime novità relative a bonus e aiuti, proprio come la Carta risparmio spesa 2023, supermercati convenzionati e le modalità per farne richiesta.
Ora che sono più chiare le novità sui buoni pasto dipendenti, puoi collegarti a questa sezione per aggiornarti con le ultime news relative ai benefit previsti nel mondo del lavoro.