L’attesa dei lavoratori per il taglio delle tasse sulla tredicesima mensilità entro la fine del 2023, come promesso dal Governo Meloni, sta crescendo costantemente. Questa misura rientra nel quadro generale della legge delega volta a ridurre da quattro a tre gli scaglioni dell’Irpef e a restituire ai lavoratori una busta paga pesante. Sebbene il governo avesse a disposizione un anno intero per attuare questa detassazione, il Ministero dell’Economia ha deciso di accelerare i tempi al fine di applicare la riduzione fiscale già sulla busta paga di fine anno.
Attualmente, il Ministero dell’Economia sta lavorando per definire gli schemi dei decreti legislativi necessari, con una scadenza entro il 20 settembre. Tuttavia, per quanto riguarda la tredicesima mensilità, ci sono ancora diverse opzioni sul tavolo del MEF che stanno venendo prese in considerazione. La decisione finale riguardo alla modalità di applicazione di questa riduzione fiscale è ancora in fase di definizione.
I lavoratori rimangono in attesa di ulteriori sviluppi e sperano che questa promessa governativa si traduca in un concreto alleggerimento fiscale per le loro tasche entro la fine del 2023.
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Anticipata la detassazione della tredicesima
I tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze sono attualmente impegnati nella progettazione di una doppia misura fiscale che mira a beneficiare i lavoratori. Da un lato, c’è la proposta di un taglio strutturale del cuneo fiscale e contributivo a carico dei lavoratori, che consiste nella riduzione delle ritenute INPS sulle loro buste paga. Dall’altro, si sta considerando una riduzione delle tasse applicate sulla tredicesima mensilità e sugli straordinari o i turni notturni, ma solo oltre una determinata soglia.
Entrambe queste agevolazioni fiscali, vale a dire la detassazione della tredicesima mensilità e la possibilità di pagare gli acconti fiscali a rate, sono previste nella Delega per la Riforma Fiscale e richiederanno un decreto attuativo. Questo decreto potrebbe coincidere con il tradizionale decreto fiscale di fine autunno, legato alla Manovra di Bilancio.
Il viceministro Maurizio Leo, responsabile del dossier sulla riforma fiscale, sta prendendo in considerazione l’opzione di un’aliquota fiscale al 15%, poiché sembra difficile applicare un’imposta piatta (flat tax) come inizialmente previsto dal governo. Invece delle attuali aliquote fiscali, che vanno dal 23% al 43% a seconda del reddito, si sta pensando di applicare una tassazione agevolata sulla tredicesima mensilità. Ciò permetterebbe ai dipendenti di ricevere una somma maggiore per le festività natalizie.
L’obiettivo del governo è quello di detassare la tredicesima mensilità per i redditi medio-bassi al fine di contrastare l’effetto dell’inflazione sul potere d’acquisto dei salari, almeno per questa fascia di popolazione. Questa misura è stata pensata per consentire un aumento della tredicesima già a partire da quest’anno.
Tra le misure fiscali urgenti in considerazione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze c’è anche la possibilità di rateizzare il pagamento dell’acconto dell’Irpef di novembre 2023, estendendo il pagamento fino a giugno 2024.
Aumenti grazie alle accise sui carburanti e alla tassa sugli extra-margini delle banche
Il Governo ha annunciato incrementi nelle buste paga grazie a due fonti principali di finanziamento: le accise sui carburanti e la tassa sugli extra-margini delle banche. Queste misure sono state pianificate con anticipo e saranno finanziate con i fondi accumulati attraverso le accise sui carburanti durante l’estate. Questo è il motivo per cui il governo è riluttante a considerare ulteriori tagli alle accise, poiché intende reinvestire le entrate generate da queste tasse per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie.
La stessa logica si applica alla tassa straordinaria sui profitti delle banche, che dovrebbe generare un fondo di 2,5 miliardi di euro. Questo finanziamento sarà interamente destinato a sostenere le misure previste nella Legge di Bilancio per il 2024, contribuendo così a garantire aumenti nelle buste paga dei cittadini.
Conguaglio: il ricalcolo delle imposte
Secondo le ultime proposte, il taglio della tredicesima mensilità potrebbe interessare tutti i lavoratori, con un limite massimo di reddito annuo di 35.000 euro. Tuttavia, la misura potrebbe essere estesa anche ai dipendenti che superano questa soglia senza ridurre gli importi previsti per coloro il cui reddito è inferiore.
Per dare un’idea più chiara degli effetti, ecco alcune simulazioni. Ad esempio, un lavoratore con un reddito annuo di 15.000 euro potrebbe beneficiare di una riduzione dell’Irpef da 230 a 150 euro, ottenendo un risparmio di 80 euro.
Chi guadagna 20.000 euro all’anno vedrebbe invece la propria imposta scendere da 400 a 240 euro, ottenendo un risparmio di 160 euro.
Inoltre, per coloro che dichiarano un reddito annuale di 25.000 euro, il taglio potrebbe ammontare a 200 euro, mentre chi guadagna 30.000 euro potrebbe risparmiare 480 euro e persino arrivare a un risparmio di circa 560 euro per coloro con un reddito di 35.000 euro.
Per chi supera questa soglia, lo sconto potrebbe aumentare gradualmente, ad esempio, arrivando a una tredicesima mensilità più sostanziosa di 1.792 euro netti per coloro con un reddito annuo di 80.000 euro.