Caldo e lavoro, quando sospendere l’attività e proteggersi: le linee guida di Inps e Inail

Il caldo estivo presenta sfide significative per i lavoratori, ma l'Inail e l'Inps hanno emesso linee guida per ridurre i rischi correlati alle alte temperature sul posto di lavoro. Scopri l’intero decalogo INAIL per la tutela dei lavoratori sul posto di lavoro.

L’estate porta con sé temperature torride e, purtroppo, anche sul posto di lavoro bisogna fare i conti con le insidie del caldo. Per proteggere i lavoratori da questa sfida, l’Inail ha stilato un decalogo contenente importanti indicazioni per affrontare il lavoro in caso di alte temperature, in linea con quanto previsto dall’Inps dal 2017.

La soglia critica delle temperature

Secondo le disposizioni dell’Inail, temperature superiori ai 35 gradi, che rendono impossibile svolgere alcune fasi del lavoro in luoghi non protetti dal sole o che richiedono l’uso di materiali o processi non adatti al forte calore, possono dare diritto alla Cassa integrazione ordinaria. Questo vale anche se la temperatura reale è inferiore, poiché ciò che conta sono le temperature percepite, che possono essere ottenute dai bollettini meteo quando superano la temperatura reale.

Il decalogo dell’Inail per ridurre i rischi

Il decalogo dell’Inail fornisce ulteriori indicazioni per affrontare le temperature record sul posto di lavoro. Tra queste:

  1. Riprogrammare le attività non prioritarie;
  2. Assicurare acqua disponibile per i lavoratori esposti al caldo;
  3. Fornire aree ombreggiate per le pause;
  4. Alternare i turni tra i lavoratori per ridurre l’esposizione individuale al caldo e al sole diretto;
  5. Interrompere il lavoro in casi estremi con alto rischio di patologie da calore.

Controllo reciproco e pronto soccorso

I lavoratori che hanno malattie preesistenti, come il diabete, sono particolarmente esposti ai rischi delle alte temperature e devono essere tutelati in modo adeguato.

L’Inail sottolinea l’importanza dell’adeguata idratazione e invita i datori di lavoro a fornire spazi completamente ombreggiati o climatizzati per le pause e il raffreddamento. In queste aree, i lavoratori sono incoraggiati a consumare frutta e verdura per favorire un’adeguata idratazione.

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Si suggerisce di promuovere il controllo reciproco tra i lavoratori, specialmente durante le fasi della giornata con temperature particolarmente elevate. In caso di segni o sintomi di patologie da calore, un collega vicino può chiamare il 118 (o il numero unico 112) e prestare il primo soccorso.

La posizione della Cgil e richieste al governo

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sottolinea che non sia ammissibile che i lavoratori muoiano a causa del caldo sul lavoro. Pertanto, ha richiesto ai delegati sindacali di negoziare con le aziende modifiche temporanee all’organizzazione del lavoro, come la rimodulazione dei turni e degli orari, fino all’astensione dalle attività, se necessario.

La Cgil, Cisl e Uil hanno anche chiesto al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, di dare urgenti indicazioni alle imprese per valutare modifiche temporanee all’organizzazione del lavoro in collaborazione con le rappresentanze sindacali, inclusa la possibilità di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo) per eventi climatici straordinari. Infine, è stata richiesta una grande campagna informativa sui rischi del caldo sul lavoro utilizzando tutti i mezzi di comunicazione disponibili.

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Autore
Valerio Mainolfi
Valerio Mainolfi
Specializzato in comunicazione e marketing, amante della scrittura creativa, navigo costantemente tra ambizioni future e sfide del nostro tempo, agganciato all’evoluzione illogica del mio essere.