L’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha pubblicato il 30 aprile scorso un rapporto dettagliato sulla situazione dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) per il primo trimestre del 2024. Il rapporto rivela che, a marzo, 36 contratti collettivi erano ancora in attesa di rinnovo, coinvolgendo circa 4,6 milioni di lavoratori, pari al 34,9% del totale. Tuttavia, nel settore privato, solo due dipendenti su dieci attendono il rinnovo del CCNL.
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I CCNL in vigore
A fine marzo 2024, risultano attivi 39 contratti collettivi, coprendo circa 8,5 milioni di dipendenti, ossia il 64,5% del monte retributivo complessivo. Questo dato sale all’83,8% nel settore privato, con percentuali ancora più alte nell’industria (97,9%) e nell’agricoltura (91,8%). La situazione è invece critica nella Pubblica Amministrazione, dove tutti i contratti collettivi sono scaduti.
Contratti in attesa di rinnovo
Il rapporto Istat indica che, a fine marzo, 36 contratti collettivi erano in attesa di rinnovo, interessando 4,6 milioni di lavoratori. Questo rappresenta un miglioramento rispetto a febbraio 2024 (53,4%) e a marzo 2023 (54,5%). I tempi di attesa per il rinnovo dei contratti scaduti sono aumentati a 29 mesi rispetto ai 26,6 mesi di marzo 2023, mentre l’attesa media complessiva è scesa a 10,1 mesi dai 14,5 mesi dello stesso periodo dell’anno precedente.
Il settore privato
Nel settore privato, solo il 16,7% dei dipendenti attende il rinnovo del contratto, una riduzione significativa rispetto al 40,4% di febbraio 2024 e al 41,9% di marzo 2023. I tempi di attesa si sono stabilizzati a 32,3 mesi, ma l’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti privati è scesa a 5,4 mesi.
I contratti rinnovati nel primo trimestre del 2024
Nel primo trimestre del 2024, sono stati rinnovati i contratti per gli studi professionali, l’industria alimentare, il commercio e i servizi socio-assistenziali nelle cooperative sociali. Tuttavia, nello stesso periodo, sono scaduti nove contratti collettivi.
Andamento degli stipendi
Secondo le disposizioni dei contratti in vigore a fine marzo, l’indice dei compensi orari registrerebbe un aumento del 2,8% nel semestre aprile-settembre 2024 e del 2,4% su base annua. A marzo 2024, l’Istat ha evidenziato un aumento delle retribuzioni contrattuali orarie dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 3% rispetto a marzo 2023.
Settori con maggiori aumenti retributivi
L’aumento tendenziale delle retribuzioni a marzo 2024 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente è stato del 4,7% per i dipendenti dell’industria, del 2,6% per i servizi privati e dell’1,6% per i lavoratori della pubblica amministrazione. I settori che hanno beneficiato dei maggiori aumenti retributivi sono stati:
- Legno, carta e stampa (+8,5%)
- Credito e assicurazioni (+7,1%)
- Settore metalmeccanico (+6,1%)
Al contrario, non si sono registrati aumenti economici per farmacie private, pubblici esercizi e alberghi, telecomunicazioni, ministeri, forze dell’ordine, forze armate e attività dei vigili del fuoco. Incrementi minimi si sono verificati nell’agricoltura (+0,5%) e nei servizi di informazione e comunicazione (+0,4%).
Retribuzioni e inflazione
Nel primo trimestre del 2024, le retribuzioni contrattuali hanno continuato a recuperare terreno rispetto all’inflazione, un trend iniziato nell’ottobre 2023. Nel settore industriale, le retribuzioni sono aumentate del 4,7% rispetto al primo trimestre del 2023, un dato quasi cinque volte superiore all’incremento dei prezzi (+1,0%). Nei servizi privati, l’aumento è stato del 2,3%, poco più del doppio rispetto all’andamento dei prezzi.
L’analisi dell’Istat offre una panoramica chiara sulle dinamiche dei contratti collettivi e delle retribuzioni nel 2024, evidenziando tanto i progressi quanto le sfide ancora presenti nel mercato del lavoro italiano. Per rimanere aggiornato, visita la nostra sezione dedicata alle news.