Può capitare che la graduatoria di un concorso pubblico non venga sempre redatta con correttezza e può succedere che compaiono irregolarità, penalizzando uno o più candidati. In casi come questi i candidati non si devono scoraggiare, ma possono ricorrere a rimedi amministrativi o richiedere un risarcimento. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla procedura da seguire nel caso l’esito di un concorso pubblico risulti falsato per un errore in graduatoria.
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Errore in graduatoria: i rimedi amministrativi
Se il candidato che ha partecipato ad un concorso pubblico scopre un errore evidente in graduatoria o un’irregolarità può procedere con un ricorso amministrativo, nel caso non siano ancora scaduti i termini utili per impugnare la graduatoria. Gli errori nella formazione delle graduatorie spesso infatti possono essere materiali e non intenzionali perché dovuti ad una disattenzione. Proprio in casi come questi è possibile usare i rimedi amministrativi per correggerli, così da evitare una mancata assunzione.
Richiesta del risarcimento in sede amministrativa
Se non c’è più tempo per ricorrere ai rimedi amministrativi, il candidato danneggiato perché ingiustamente posto fuori graduatoria (o collocato in posizione più bassa di quella dovuta) può agire in tribunale in sede civile, senza limiti di tempo. In questo modo il candidato potrà ottenere il risarcimento dei danni causati dalle condotte illegali che hanno alterato la graduatoria. In casi come questo, la Pubblica Amministrazione risponde nei confronti del candidato leso, dal momento che la responsabilità extracontrattuale della Pubblica Amministrazione – di cui all’art. 2043 del Codice Civile contempla anche il fatto illecito commesso dai funzionari pubblici.