Il recente decreto Lavoro (Dl 48/2023) ha introdotto nuove regole riguardanti i contratti a termine e la somministrazione di manodopera. Questo richiederà una gestione accurata sia da parte delle parti sociali che individuali, per evitare i problemi del passato associati alle causali.
Nel passato, l’individuazione delle “esigenze tecniche, organizzative o produttive” era vista erroneamente come un adempimento facile e questo portava alla liberalizzazione del lavoro a termine e alla comparsa di conflitti. Oggi, come allora, questo ragionamento semplificato deve essere evitato. Ci sono limiti e paletti che dovranno essere gestiti attentamente da coloro che utilizzano la nuova disciplina.
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Che cosa deve fare il datore di lavoro
Il Dl 48/2023, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 4 maggio, ha introdotto una nuova disciplina per i contratti a termine. In particolare, se un datore di lavoro volesse rinnovare o prorogare un contratto a termine per oltre 12 mesi, dovrebbe verificare se ci sono norme collettive applicabili in azienda che disciplinano questo aspetto.
Secondo il decreto, la disciplina collettiva dovrebbe indicare i “casi” in cui il rinnovo o la proroga del contratto sono ammessi. A differenza delle prime bozze del decreto, che facevano riferimento alle “esigenze tecniche, organizzative e produttive”, la versione finale del decreto non fornisce indicazioni precise sul contenuto delle norme collettive future, lasciando alle parti sociali una delega ampia.
Ciò potrebbe consentire alle parti di definire criteri e parametri oggettivi per le proroghe e i rinnovi, come ad esempio la definizione mediante accordo collettivo di eventi, situazioni aziendali o periodi dell’anno in cui tali rinnovi o proroghe sono legittimi.
In mancanza dell’accordo collettivo
Il decreto Lavoro del 4 maggio 2023 richiede ai datori di lavoro che intendono rinnovare o prorogare un contratto a termine di verificare la presenza di disciplina collettiva a riguardo. In assenza di questa, il datore di lavoro dovrà gestire la questione insieme ai dipendenti interessati e definire per iscritto le ragioni che giustificano il rinnovo o la proroga del contratto.
Questo processo richiede un livello di dettaglio e precisione adeguato, evitando descrizioni generiche e formule di stile e cercando di utilizzare criteri oggettivi e circostanze facilmente dimostrabili in caso di giudizio futuro. Il rispetto di questi criteri è importante per evitare eventuali annullamenti dei rapporti di lavoro che non sono stati stipulati per finalità illecite. La disciplina collettiva è uno strumento importante per combattere la precarietà del lavoro, e il suo utilizzo corretto è necessario per garantire il buon funzionamento del mercato del lavoro.