In una recente sentenza del TAR del Lazio, 12565/2023, si forniscono indicazioni sulle eccezioni al principio dell’anonimato nei concorsi pubblici. Scopriamo insieme in quali casi si applica e per quali ragioni.
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Il principio dell’anonimato nei concorsi pubblici
Il principio dell’anonimato nei concorsi pubblici garantisce la parità di trattamento tra i candidati e la trasparenza della procedura concorsuale.
In base a questo principio, gli elaborati dei candidati devono essere valutati senza che le commissioni esaminatrici possano avere conoscenza delle loro generalità o di qualsiasi altro elemento che possa consentire di identificare i candidati.
Questo principio è tutelato dall’ordinamento giuridico italiano, in particolare dalla Costituzione, che all’articolo 3 comma 2 sancisce il principio di uguaglianza, e dalla legge 20 maggio 2004, n. 120, che disciplina i concorsi pubblici.
I motivi per cui il principio dell’anonimato è così importante sono molteplici. Innanzitutto, esso garantisce la parità di trattamento tra i candidati, evitando che questi possano essere favoriti o penalizzati in base alle loro caratteristiche personali, come il sesso, l’età, la religione, l’appartenenza politica o sociale.
Inoltre garantisce la trasparenza della procedura concorsuale, assicurando che le valutazioni delle commissioni esaminatrici siano imparziali e non influenzate da fattori esterni.
Infine, tutela la privacy dei candidati, evitando che i loro dati personali possano essere diffusi senza il loro consenso.
Cosa comporta la violazione dell’anonimato in un concorso pubblico
La violazione del principio dell’anonimato può comportare l’invalidità della procedura concorsuale, con la conseguente esclusione dei candidati coinvolti.
La violazione dell’anonimato può essere determinata da una serie di fattori, tra cui:
- l’utilizzo di elaborati non sigillati o non anonimizzati;
- la comunicazione delle generalità dei candidati ai membri della commissione esaminatrice;
- la presenza di elementi identificativi negli elaborati, come il nome, il cognome, la data di nascita o il luogo di nascita del candidato.
In caso di violazione dell’anonimato, i candidati interessati possono ricorrere al giudice amministrativo per ottenere l’annullamento della procedura concorsuale.
La violazione dell’anonimato può comportare anche conseguenze penali, in particolare se essa è realizzata con dolo o con colpa grave. In questi casi, i responsabili della violazione possono essere denunciati all’autorità giudiziaria per il reato di falsità in atti pubblici.
In sintesi, la violazione dell’anonimato in un concorso pubblico è una violazione grave che può comportare conseguenze significative per i candidati coinvolti.
I casi di eccezione al principio dell’anonimato nei concorsi pubblici
La sentenza del TAR del Lazio 12565/2023 ha stabilito che il principio dell’anonimato nei concorsi pubblici è assoluto e non ammette eccezioni, salvo che queste siano previste da una norma specifica e siano giustificate da un interesse pubblico prevalente.
La sentenza ha riguardato il ricorso di un candidato escluso da un concorso pubblico per l’assunzione di un assistente sociale presso l’Azienda Sanitaria Locale di Roma Capitale. Il candidato aveva impugnato la decisione di esclusione, sostenendo che la commissione esaminatrice aveva violato il principio dell’anonimato, poiché aveva avuto accesso alle sue generalità.
Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso del candidato, ritenendo che la commissione esaminatrice avesse violato il principio dell’anonimato. Il TAR ha affermato che il principio dell’anonimato è un principio fondamentale che garantisce la parità di trattamento tra i candidati e la trasparenza della procedura concorsuale.
Il TAR ha anche affermato che la deroga al principio dell’anonimato non è ammessa, salvo che sia prevista da una norma specifica e sia giustificata da un interesse pubblico prevalente. Nel caso di specie, la deroga al principio dell’anonimato non era prevista da alcuna norma e non era giustificata da alcun interesse pubblico prevalente.
La sentenza del TAR del Lazio è importante perché ribadisce il principio dell’anonimato nei concorsi pubblici. Questo principio è fondamentale per garantire la parità di trattamento tra i candidati e la trasparenza della procedura concorsuale.