A partire da gennaio 2025, i titolari di partita IVA che aderiscono al regime forfettario potranno emettere fatture semplificate anche per importi superiori ai 400 euro, grazie a una nuova normativa europea. Questa misura, finalizzata a snellire le procedure amministrative, rappresenta un passo importante verso la semplificazione degli adempimenti fiscali per i lavoratori autonomi.
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Un cambiamento atteso
La direttiva europea che introduce questa novità è stata recepita dall’Italia e l’iter per la sua completa attuazione dovrebbe concludersi entro ottobre 2024. Il regime semplificato sarà operativo da gennaio 2025, rendendo possibile l’emissione di fatture semplificate anche per importi elevati, riducendo così i tempi di elaborazione rispetto alle fatture ordinarie. Attualmente si attende l’approvazione delle Commissioni parlamentari competenti.
Le disposizioni del Consiglio dei Ministri
Lo scorso agosto, il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo normativo che allinea le regole fiscali italiane a quelle comunitarie. Le nuove disposizioni mirano a semplificare gli oneri amministrativi per le cosiddette “partite Iva minori”, tra cui rientrano coloro che aderiscono al regime forfettario. Questa iniziativa è parte di un più ampio obiettivo europeo volto a rendere più agevoli gli adempimenti fiscali.
Cos’è la fattura semplificata?
La fattura semplificata esiste dal 2013 ed è concepita per ridurre le informazioni da includere rispetto alla fattura ordinaria, agevolando così chi opera in settori specifici come la ristorazione. Grazie a questa semplificazione, i tempi di emissione e di gestione delle fatture vengono ridotti notevolmente, permettendo ai professionisti di dedicare più tempo alle loro attività principali.
I dati necessari nella fattura semplificata
Pur essendo più semplice rispetto a quella ordinaria, la fattura semplificata richiede comunque alcuni dati essenziali: numero progressivo e data di emissione, nome o ragione sociale del cedente e del committente, numero di partita IVA, descrizione dei beni o servizi forniti, e l’importo complessivo del documento. In caso di emissione di una nota di credito, è necessario includere anche i riferimenti alla fattura originaria.
Il regime forfettario: agevolazioni e requisiti
Il regime forfettario, introdotto nel 2014, offre una tassazione agevolata con aliquote del 15% o, per i primi cinque anni di attività, del 5%. Questa forma di tassazione è riservata a chi non supera i 85.000 euro di ricavi annuali. La soglia, recentemente innalzata rispetto al precedente limite di 65.000 euro, garantisce un regime fiscale vantaggioso per molti professionisti e piccole imprese.
Quando si perde il regime forfettario
Il regime forfettario può cessare quando i ricavi superano i 100.000 euro. In questo caso, l’esclusione dal regime avviene nell’anno in cui la soglia viene superata. Inoltre, se uno dei requisiti di accesso viene meno, il regime non sarà più applicabile a partire dall’anno successivo.
Il concordato biennale preventivo per i forfettari
Nel 2024, i contribuenti in regime forfettario avranno la possibilità di aderire al concordato biennale preventivo. Questo accordo con il Fisco permette di determinare l’imposta da versare basandosi su una previsione, piuttosto che sui guadagni effettivi. I dettagli del concordato saranno inseriti nel quadro LM del modello Redditi 2024, e l’adesione dovrà essere confermata entro ottobre 2024.
Conclusioni
Le nuove disposizioni fiscali rappresentano un’opportunità per semplificare ulteriormente la gestione delle partite Iva, garantendo ai contribuenti minori oneri amministrativi. La possibilità di emettere fatture semplificate senza limiti di importo sarà un vantaggio significativo per i lavoratori autonomi, che potranno beneficiare di una maggiore efficienza e rapidità nelle pratiche fiscali. Esistono tante agevolazioni fiscali destinate ai titolari di partita Iva. Per saperne di più, visita la nostra pagina dedicata ai bonus partite iva.