Fatture alla Pubblica Amministrazione: le sfide del PNRR

Scopri le sfide affrontate dall'Italia nel ridurre i ritardi nei pagamenti delle fatture alla PA e le iniziative del PNRR per affrontare questa problematica.

L’Italia e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: tra nuove leggi e la pressante necessità di ridurre i tempi di pagamento delle fatture

Il percorso verso l’efficientamento dei pagamenti delle fatture commerciali emesse nei confronti della Pubblica Amministrazione (PA) è ancora in corso. Con l’adozione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Italia si impegna a ridurre significativamente i ritardi nei pagamenti, un obiettivo che si scontra con una realtà fatta di tempistiche ancora lontane dal traguardo prefissato.

Dai ritardi endemici ai primi passi verso il cambiamento

Secondo l’ultimo report della Ragioneria Generale dello Stato, riferito al primo semestre del 2023, si nota un trend di miglioramento nei tempi di liquidazione delle fatture da parte delle PA, sebbene la strada da percorrere sia ancora lunga. I dati, aggiornati al primo semestre, mostrano una riduzione media dei giorni di pagamento a 37, migliorando rispetto ai 40 giorni del 2021, con una spesa totale di 83,7 miliardi di euro per 12,5 milioni di fatture gestite.

Nonostante questo progresso, la situazione appare ancora frammentaria all’interno del panorama nazionale, con tempi di pagamento che variano significativamente tra i diversi ministeri ed enti locali.

Il decisivo ruolo del Decreto Legge n. 19/2024

Per accelerare ulteriormente i processi, il Governo ha introdotto il decreto legge n. 19/2024, che mira a implementare un sistema di monitoraggio e task force per gli enti che continuano a registrare ritardi nei pagamenti. L’obiettivo è quello di allinearsi ai termini previsti dalla direttiva comunitaria del 2011, che impone i 30 giorni per il pagamento delle fatture (60 per il settore sanitario), target da raggiungere entro marzo 2025.

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Le conseguenze dei ritardi e le prime misure correttive

  • Penalizzazioni per i dirigenti degli enti in ritardo, con tagli del 30% sulla retribuzione di risultato.
  • Riduzione dei tempi di pagamento come obiettivo prioritario, per evitare che le imprese debbano ricorrere a prestiti onerosi a causa dei ritardi della PA.

Le statistiche del Sole24Ore, pur mostrando una generale tendenza al miglioramento, rivelano preoccupazioni per i tempi di pagamento di taluni ministeri e realtà locali. Ad esempio, situazioni critiche si evidenziano nei comuni di Agrigento, Napoli e Cosenza, con ritardi che superano i 100 giorni.

Come migliorare: esempi virtuosi e osservazioni finali

Di fronte a queste sfide, diventa imperativo prendere esempio dagli enti più virtuosi, quali il Ministero dell’Agricoltura e le Regioni Lazio e Liguria, per snellire le procedure e rispettare i termini di pagamento. Le task force istituite dal MEF saranno fondamentali per identificare le migliori pratiche e accelerare il processo di allineamento ai target del PNRR.

La strada per il rispetto dei termini di pagamento sanciti dal PNRR è ancora lunga, ma i primi passi verso il miglioramento sono incoraggianti. Solo un’azione congiunta tra monitoraggio, penalizzazioni per i ritardi e l’adozione di best practices potrà portare all’obiettivo finale, a beneficio di imprese e PA stesse.

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