Al via il nuovo meccanismo fiscale presente nel ddl Bilancio 2023. Si tratta della flat tax incrementale al 15% riservata alle partite IVA con un reddito dichiarato non superiore a 40 mila euro.
La tassa piatta del 15% inciderà sull’incremento reddituale calcolato, in questa sede, come differenza tra il maggior reddito prodotto nell’anno rispetto al più elevato dei redditi dichiarato nel triennio precedente.
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Flat tax incrementale al 15%: cosa cambia
La tassa piatta al 15%, prevista nel ddl Bilancio 2023, sarà riservata alle partite IVA con un reddito fino a 40 mila euro. Lo sconto, considerato l’incremento reddituale calcolato come differenza tra il maggior reddito prodotto nell’anno rispetto al più elevato dei redditi dichiarato nel triennio precedente, verrà applicato solo se l’incremento risulti maggiore del 5% del reddito di confronto più elevato del triennio.
L’intervento sembrerebbe ricalcare, di fatti, la proposta della Lega del 2019 che riguardava la cosiddetta IrpefIresPlus. Rispetto alla disciplina attuale prevista per la tassa piatta sul reddito incrementale, il progetto della Lega si basava sull’applicazione dell’imposizione agevolata al 15% sul maggior reddito dichiarato anche da chi è soggetto all’Ires. Questo dettaglio rendeva la norma particolarmente omogenea, senza creare differenze nelle modalità di trattamento fiscale per la stessa tipologia di reddito prodotta da soggetti giuridici diversi.
D’altra parte, sussistono delle differenze anche nel meccanismo di calcolo: la proposta della Lega prevedeva la quantificazione dell’incremento come differenza tra il reddito prodotto nell’anno potenzialmente agevolabile rispetto al reddito medio dichiarato nei tre anni d’imposta precedenti.
L’attuale tipologia di tassa piatta: cosa prevede
Il meccanismo fiscale attuale prende invece come riferimento, rispetto al IrpefIresPlus, il reddito più alto del triennio. Questo rende particolarmente limitante l’impatto della misura per coloro che registrano importanti oscillazioni di ammontare dichiarato.
Per tutti questi contribuenti, di fatti, la bussola di orientamento sarà sempre rappresentata dal reddito più alto prodotto, neutralizzando il carico di eventuali annualità con reddito più basso.
La proposta della Lega, inoltre, non faceva riferimento al tetto reddituale fino a 40 mila euro e non contemplava nemmeno la soglia minima di variazione al 5%, riducendo di fatti la platea di soggetti passibili dell’agevolazione.
Le due misure, riproducendo di fatto lo stesso meccanismo fiscale, hanno la stessa finalità. L’obiettivo è quello di incentivare la produzione e limitare l’evasione per cercare di far emergere reddito imponibile, senza incidere in negativamente sul bilancio dello Stato.
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