Flat tax: rimane ancora un’ipotesi la concessione ai lavoratori dipendenti

Probabile appiattimento della tassazione solo per autonomi e professionisti

Novità per la flat tax (“tassa piatta”), uno dei punti cruciali della Legge di Bilancio 2023 del nuovo Governo Meloni, nata con l’obiettivo di sopperire all’esorbitante carico fiscale applicato ai ricavi dei cittadini.

Lo scopo del centrodestra è quello di introdurre in primis un’aliquota unica, al posto delle attuali cinque aliquote IRPEF e dei cinque scaglioni di reddito, da applicare a tutti i redditi che superano una soglia predefinita. Ad oggi la flat tax è applicata già ai redditi dei liberi professionisti, ma questa volta l’imposta del 15% verrà apportata ad un guadagno di 85.000 euro e non più di 65.000.

In aggiunta, si vuole estendere lo stesso sistema anche ai lavoratori dipendenti, a cui l’aliquota del 15% verrà attuata a «una quota dell’incremento di reddito», come sostiene il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti che parla di flat tax incrementale: «un regime sostitutivo opzionale per i titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti». Ciò comporta sì una diminuzione della pressione fiscale, ma la tassa dipenderà indubbiamente dai redditi medi dei lavoratori e da quelli dichiarati nell’ultimo anno e nelle tre annualità precedenti.

Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti questo sistema però non sarebbe efficace, poiché, avendo poche variazioni reddituali rispetto ai titolari di partita Iva, non risparmierebbero più di tanto. Lo stesso economista e partner di smileconomy Andrea Carbone, citato da la Repubblica, spiega: “Se ad esempio ipotizziamo un incremento di reddito dal 2021 al 2022 di 2mila euro e la detassazione al 15% di una metà di questo incremento, quindi mille euro, il vantaggio per un lavoratore varia dallo 0,4% all’1%: circa 200 euro netti extra all’anno che incidono di più sui redditi bassi”.

LEGGI ANCHE  Trattamento integrativo 2023, le date dei pagamenti

C’è inoltre chi avanza già un’impossibilità di concessione della flat tax incrementale ai dipendenti, come il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo, poiché, visto il numero notevole della categoria sarà difficile accontentare tutti. Per i lavoratori che operano nel privato, Leo suggerisce di puntare piuttosto sull’incremento dei premi di produzione, applicando il 10% fino a 3.000 euro e il 15% se si superano; oppure in alternativa dimezzare la tassazione al 5% e applicarla su 3.000 euro.

Rimane dunque ancora in forse un intervento in questo senso e non ci resta che aspettare la fine del mese per saperne di più, quando la Legge di Bilancio 2023 verrà presentata in Parlamento.

Continua-a-leggere-mb
Continua a leggere
Potrebbe interessarti anche
Ultimi articoli
Autore
Carla Monni
Carla Monni
Giornalista, appassionata di grafica e musicista ormai per diletto. La musica è al centro della mia professione e non solo: da anni affianco infatti la scrittura redazionale alla pratica musicale, spaziando dalla musica jazz al gospel e suonando qua e là con la mia band soul funk.