Fringe Benefit 2023 e il limite di esenzione di €3000, decreto lavoro

Fringe Benefit 2023, nuove regole e benefici per i dipendenti con figli: condizioni e destinatari della misura prevista dal Decreto Lavoro.

I fringe benefit sono ancora oggetto di grande attenzione e il recente Decreto Lavoro apporta alcune importanti novità che riguardano sia le imprese che i dipendenti. Questo decreto, intitolato “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro“, è stato approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 maggio scorso e comprende diversi provvedimenti mirati ad agevolare sia le aziende che i lavoratori.

Tra le varie misure proposte dal Decreto Lavoro, vi è una particolare attenzione rivolta ai fringe benefit, ossia i benefit non monetari che le aziende possono offrire ai propri dipendenti oltre alla normale retribuzione. Tuttavia, è opportuno approfondire quali sono le specifiche novità introdotte dal decreto.

È importante ricordare che, nel frattempo, il governo ha anche previsto una riduzione delle tasse per i lavoratori dipendenti, sia con la Legge di Bilancio 2023 che con gli obiettivi della riforma fiscale.

Analizziamo, nello specifico, i cambiamenti apportati con l’ultimo Decreto.

Fringe Benefits detraibili Fino a 3.000 euro: scopri le condizioni

I fringe benefit costituiscono modalità alternative di compensazione, non monetarie, che possono essere offerte volontariamente dall’azienda al dipendente. Rientrano nelle misure di welfare aziendale destinate ai lavoratori e possono essere forniti sotto forma di servizi o beni aggiuntivi per il dipendente.

Alcuni esempi di benefit accessori includono polizze assicurative, strumenti tecnologici come tablet o smartphone, auto aziendali e così via. L’azienda offre questi beni o servizi al dipendente in aggiunta alla retribuzione monetaria e può decidere quali dipendenti beneficiarne.

Sono escluse, tuttavia, le somme destinate alla formazione, ai servizi con finalità sociali, al trasporto pubblico, alla mensa aziendale, all’assistenza sanitaria o ai contributi previdenziali. I fringe benefit, tuttavia, contribuiscono al reddito imponibile IRPEF, ovvero la base su cui vengono calcolate le tasse. Inoltre, esiste una detassazione se tali vantaggi aggiuntivi rimangono entro la soglia di 258,30 euro. Oltre questo limite, infatti, si applicano le tasse ordinarie.

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All’interno del Decreto Lavoro, sono previsti alcuni sostegni per i lavoratori dipendenti, tra cui la possibilità di accedere a fringe benefit detassati con una soglia estesa fino a 3.000 euro. Tuttavia, questa opportunità è riservata esclusivamente ai dipendenti con figli, sia naturali che riconosciuti, affidati o adottivi.

Non tutti, quindi, beneficeranno di questo cambiamento, poiché è garantito solo ai dipendenti con responsabilità familiari. Al fine di sostenere le famiglie, il governo ha deciso di istituire una soglia più elevata per i fringe benefit detassati, al fine di fornire un aiuto economico ai lavoratori.

Inoltre, secondo l’ultima novità, i datori di lavoro possono garantire a questi lavoratori somme specifiche da destinare al pagamento delle bollette di luce, gas e acqua, includendole tra i benefit accessori.

Va tenuto presente che i datori di lavoro non sono obbligati a offrire fringe benefit ai dipendenti, poiché rimane sempre una scelta facoltativa. Nel caso in cui il datore di lavoro decida di utilizzarli, è necessario informare le rappresentanze sindacali e il dipendente deve autocertificare la propria idoneità a ricevere il sostegno.

Inoltre, è importante ricordare che non tutti i figli possono essere considerati fiscalmente a carico. Su questo punto è necessario fare alcune distinzioni.

Sono considerati fiscalmente a carico i figli il cui reddito personale è inferiore a 2.840,51 euro all’anno fino ai 21 anni, mentre tale soglia viene elevata a 4.000 euro per i figli fino ai 24 anni di età.

Per poter beneficiare dei sostegni garantiti dai fringe benefit con soglia aumentata a 3.000 euro, i lavoratori devono fornire i dati dei figli a carico, inclusi i rispettivi codici fiscali. Si tratta di un’autocertificazione da comunicare al proprio datore di lavoro.

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Tuttavia, è importante considerare che la soglia di fringe benefit detassati di 258,30 euro rimane la stessa per i dipendenti senza figli, poiché la misura introdotta con il Decreto Lavoro è principalmente rivolta ai genitori con figli a carico.

Beneficiari delle nuove condizioni dei Fringe Benefit 2023

L’articolo 40 del Decreto Lavoro specifica che tra i beneficiari rientrano i lavoratori dipendenti con figli, inclusi quelli nati fuori dal matrimonio e riconosciuti, i figli adottivi o affidati che sono fiscalmente a carico secondo l’articolo 12 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). Si ricorda che l’articolo 12, comma 2 del TUIR stabilisce che un familiare è considerato a carico se possiede un reddito complessivo non superiore a 2.840,51 euro, al netto delle detrazioni fiscali, elevato a 4.000 euro per i figli di età non superiore ai 24 anni.

Sarà importante capire se tra i beneficiari, analogamente a quanto avvenuto nel 2022 e come specificato dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 35/2022, possano rientrare anche coloro già identificati in base alle regole generali stabilite dall’articolo 51, comma 3, che sono titolari di redditi da lavoro dipendente o redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente, per i quali il reddito è determinato secondo le disposizioni dell’articolo 51 del TUIR.

Va tenuto presente che l’aumento del limite a 3.000 euro, a differenza delle misure previste per il welfare aziendale, può essere applicato anche individualmente (ad personam), senza quindi il requisito di generalità o categorie omogenee di lavoratori.

La norma subordina l’accesso al bonus potenziato alla dichiarazione del lavoratore al proprio datore di lavoro del diritto, indicando il codice fiscale dei figli a carico.

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Sarà interessante capire se il beneficio spetta per intero o se deve essere ripartito nel caso in cui i figli siano a carico al 50%. In merito a ciò, sarà auspicabile un chiarimento tempestivo da parte dell’Agenzia delle Entrate.

A tal proposito, si ricorda che l’articolo 12, comma 3, lettera c) del TUIR prevede le seguenti disposizioni generali per le detrazioni per i figli:

  • La detrazione è ripartita al 50% tra i genitori non legalmente o effettivamente separati.
  • Previo accordo tra i genitori, la detrazione spetta al genitore con il reddito complessivo più elevato.
  • In caso di separazione legale o effettiva o di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, la detrazione spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario.
  • Nel caso di affidamento congiunto o condiviso, la detrazione viene ripartita, in mancanza di accordo, al 50% tra i genitori.
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Autore
Valerio Mainolfi
Valerio Mainolfi
Specializzato in comunicazione e marketing, amante della scrittura creativa, navigo costantemente tra ambizioni future e sfide del nostro tempo, agganciato all’evoluzione illogica del mio essere.