“Non lascio il posto fisso”: obiettivo ambito o gabbia da cui fuggire?

Lavoro flessibile e mito del posto fisso: scopri come le nuove modalità di lavoro ibride stanno ridefinendo il work-life balance.

Mentre il mito del posto fisso continua ad essere un obiettivo per molti, sempre più persone stanno riconoscendo i vantaggi di cercare opportunità di lavoro più flessibili.

Lavorare a distanza e con orari flessibili può offrire un equilibrio tra sicurezza economica e libertà personale, consentendo alle persone di godersi sia il lavoro che la vita al di fuori dell’ambiente lavorativo.

Il mito del posto fisso, benefici e potenziali svantaggi

La valutazione sull’opportunità di lavorare come dipendente pubblico dipende da vari fattori. Se da un lato offre una sicurezza economica e ritmi di lavoro più stabili, dall’altro può comportare limitazioni alla crescita professionale, scarsa meritocrazia e un ambiente poco stimolante.

Se concentriamo l’attenzione sui fattori positivi, è evidente che lavorare come dipendente pubblico offre una grande sicurezza. A meno di tagli eccezionali o comportamenti gravi, un dipendente pubblico può godere di una carriera tranquilla, con ritmi di lavoro mai eccessivi. In casi estremi, potrebbe essere richiesto uno spostamento verso altri uffici, ma in generale, fino alla pensione, vi è la certezza di ricevere lo stipendio mensile.

Gli orari di lavoro sono stabili e, salvo rare occasioni, il tempo di lavoro è facilmente gestibile e prevedibile. Nel settore privato, al contrario, i dipendenti spesso sono soggetti a orari più flessibili, carichi di lavoro estenuanti e straordinari improvvisi che possono intaccare il tempo libero o gli impegni già programmati.

Un aspetto critico del lavoro nel settore pubblico è l’ambiente spesso statico e poco meritocratico. Molto dipende dai superiori e dagli uffici in cui si opera. A differenza del settore privato, in cui un dipendente che svolge il proprio lavoro con impegno, iniziativa e propone idee innovative per aumentare la produttività viene solitamente ricompensato, negli enti pubblici tutto ciò tende a perdersi.

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La libertà di iniziativa è spesso limitata e, quando si ha a che fare con superiori poco competenti o poco lungimiranti, un dipendente dinamico e critico nei confronti di metodologie antiquate degli alti funzionari può essere considerato una minaccia per lo status quo, rischiando così di subire il famigerato “mobbing”. Di conseguenza, anche i dipendenti più motivati tendono ad allinearsi e a limitarsi a compiere solo i loro “compiti”, trasformando il lavoro in qualcosa di simile all’operare su una catena di montaggio. Sebbene ciò non sia un problema per molte persone, per altre può diventare una sorta di “prigione” che influisce negativamente sia sul lavoro che sulla vita privata, generando un senso di apatia.

Lavoro a distanza e orari flessibili per ritrovare la libertà e il work life balance

L’orario di lavoro è da sempre al centro dei dibattiti sull’occupazione. Il tempo trascorso al lavoro e la sua distribuzione sono infatti fattori chiave che influenzano il benessere dei lavoratori e l’equilibrio tra vita privata e professionale.

L’orario flessibile, secondo l’ILO, rappresenta uno strumento importante per il bilanciamento tra vita e lavoro, in quanto consente alle persone di organizzare il proprio tempo lavorativo in modo da adattarlo meglio agli impegni al di fuori del lavoro. Diversi studiosi sostengono che questa modalità di gestione dell’orario abbia un impatto positivo sulla salute mentale dei lavoratori, contribuendo a ridurre lo stress e migliorare la soddisfazione lavorativa.

Inoltre,il lavoro flessibile non beneficia solo il work life balance, ma anche le stesse aziende. Infatti, vari studi confermano che l’orario flessibile è associato a una riduzione del turnover e a un aumento della produttività.

Tuttavia, ci sono anche alcune critiche. Alcuni studi hanno rilevato che le madri utilizzano prevalentemente l’orario flessibile per prendersi cura dei figli, mentre i padri lo usano per attività personali, e ciò potrebbe rafforzare gli stereotipi di genere. Altri temono che questa modalità possa portare a difficoltà nella gestione del tempo per organizzare gli orari del team di lavoro in modo efficiente.

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Quando introdotto con coerenza, lo smart working può essere un alleato nella conciliazione tra vita e lavoro. Il lavoro a distanza permette di gestire al meglio le proprie giornate, ottenendo così più tempo libero e l’energia necessaria per dedicarsi alla propria vita personale e a ciò che si ama.

Secondo un’indagine condotta su un campione di 50.000 persone durante il periodo di lockdown, nonostante le difficoltà legate alla situazione, si è avuta l’opportunità di migliorare e ridefinire il bilanciamento tra vita e lavoro, soprattutto per le donne.

Tuttavia, in un contesto di lavoro a distanza, l’incapacità di gestire l’equilibrio tra i vari ambiti della vita può portare a risultati insoddisfacenti e accentuare i problemi legati all’iperconnessione e al multitasking estremo.

È fondamentale allenare la capacità di concordare in modo assertivo i momenti di comunicazione con i colleghi e comunicare la propria disponibilità o indisponibilità. In questo modo si può raggiungere un migliore equilibrio tra lavoro e vita personale.

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Autore
Valerio Mainolfi
Valerio Mainolfi
Specializzato in comunicazione e marketing, amante della scrittura creativa, navigo costantemente tra ambizioni future e sfide del nostro tempo, agganciato all’evoluzione illogica del mio essere.