Con l’obiettivo di supportare l’agricoltura italiana, il governo ha previsto delle novità fiscali per agricoltori del 2024. I cambiamenti introdotti riguardano principalmente l’esonero dall’IRPEF agricola, con l’applicazione di un doppio limite di reddito per determinare l’entità dello sconto, sia in forma totale che parziale. Queste modifiche influenzano direttamente i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali. Vediamo di seguito di cosa si tratta.
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Esenzione IRPEF agricola 2024 con doppio limite di reddito
L’esenzione IRPEF agricola assume una doppia forma, con limiti di reddito diversificati per un beneficio completo o parziale nel 2024. L’esenzione sarà totale per i redditi fino a 10.000 euro, mentre per gli importi maggiori e fin al limite di 15.000 euro, si procederà verso un’esenzione parziale, con una riduzione del 50% dell’imposta dovuta.
Queste notizie recenti riguardano l’emendamento che il Governo presenterà durante la conversione in legge del Decreto Milleproroghe, in risposta ad alcune delle richieste avanzate dagli agricoltori all’interno delle manifestazione dei trattori.
La protesta degli agricoltori, è bene ricordarlo, è stata innescata da svariate motivazioni. Innanzitutto, gli agricoltori richiedono l’abolizione di tutti gli accordi bilaterali con nazioni Extra UE che, secondo quanto affermato di recente dal coordinatore del CRA Danilo Calvani, stanno compromettendo le aziende agricole. Il motivo principale è quindi legato alla concorrenza potenzialmente scorretta da parte di alcuni produttori extra UE, che non rispecchiano gli standard di sicurezza alimentare dell’Unione Europea.
Altro punto fondamentale è l’argomento del “prezzo giusto” dei prodotti agricoli, che inevitabilmente è influenzato dalla variabile fiscale. È su questa questione che vogliamo concentrare principalmente questo approfondimento.
IRPEF agricola: agevolazione prolungata nel 2024
L’articolo 1, comma 44 della Legge di Bilancio 2017 (legge n. 232/2016) ha introdotto l’esenzione IRPEF sui redditi agrari e dominicali generati da coltivatori diretti e IAP. Tale agevolazione, inizialmente prevista per il periodo 2017-2019, ha subìto una proroga annuale fino alla recente Legge di Bilancio 2023 (articolo 1, comma 80).
La mancanza di una nuova conferma nell’ambito della Legge di Bilancio 2024 segna la scadenza dell’agevolazione, che terminerà i suoi effetti dal 1° gennaio per i 431.215 lavoratori agricoli autonomi registrati dall’INPS, stando all’Osservatorio diffuso a novembre dell’anno scorso.
L’esenzione sarà pertanto utilizzabile fino al 31 dicembre 2023 (con effetto sulla dichiarazione dei redditi 2024) per escludere dalla base imponibile IRPEF i redditi agrari e dominicali di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola.
Dai redditi del 2024, nella fase di elaborazione della dichiarazione dei redditi del 2025, le entrate saranno comprese nel calcolo dell’imponibile, al quale si applicheranno le aliquote IRPEF delle rispettive fasce di reddito.
La Legge di Bilancio 2024 ha riservato limitati fondi all’agricoltura, ma il Governo si impegna a valutare la situazione durante l’approvazione del decreto Milleproroghe.
Dopo la riunione del 9 febbraio tra il Governo e le associazioni di categoria, è stato preannunciato il ripristino dell’esenzione IRPEF, in una forma limitata. Ne beneficeranno soltanto i titolari di redditi fino a 10.000 euro – circa 387.000 aziende – per non favorire le imprese di maggiori dimensioni.
Un successivo incontro al Ministero dell’Agricoltura il 12 febbraio ha portato a nuove considerazioni in fase di definizione. L’esenzione IRPEF verrà estesa anche a chi percepisce redditi tra i 10.000 e i 15.000 euro, seppur non nella sua completezza.Per questi soggetti si profila uno sconto sull’imposta, che potrebbe risultare ridotta della metà.
Questi sono i dettagli preliminari ma, si attende il testo dell’emendamento per analisi più dettagliate sugli aggiornamenti futuri.
Novità e conseguenze
La mancanza di estensione del beneficio, istituito e ripristinato nel corso degli anni per sostenere un settore che deve regolarmente fronteggiare problematiche causate da condizioni meteorologiche inattese e, più recentemente, gli effetti dell’inflazione, comporterà sicuramente un incremento del carico fiscale per i lavoratori agricoli indipendenti.
L’eventuale previsione di un’esenzione per i redditi ridotti potrebbe attutire solo parzialmente la situazione.
Per i proprietari di redditi superiori alla soglia di 10.000 euro, la dichiarazione IRPEF 2025 porterebbe alla riconduzione alla pressione fiscale ordinaria sui terreni, applicabile anche ai CD e IAP e basata sui redditi fondiari: il reddito dominicale sarà rivalutato dell’80% e successivamente del 30%, mentre il reddito agrario dovrà essere determinato rivalutando la tariffa catastale del 70%.
L’imposta da corrispondere si ridurrebbe invece della metà per i coltivatori diretti e gli agricoltori professionali che presentano redditi tra 10.000 e 15.000 euro.
I dati calcolati in questo modo dovranno essere presentati nella sezione RA del modello Redditi, al fine di calcolare correttamente il reddito derivante dai terreni, suddiviso, appunto, in reddito dominicale o agrario.