La legittimità del licenziamento nel contesto del Whistleblowing secondo la Cassazione

Scopri i dettagli e le implicazioni di questa decisione per i lavoratori e le aziende.

La normativa italiana sul whistleblowing, volta a tutelare i lavoratori che segnalano illeciti all’interno delle aziende, prevede specifiche procedure da seguire. Tuttavia, una recente sentenza della Cassazione ha aperto un dibattito sull’ambito di protezione di questa normativa, affermando che il mancato rispetto delle procedure stabilite può portare a un licenziamento legittimo.

Un caso di Whistleblowing irregolare

Un esempio paradigmatico di quanto detto si è verificato nel licenziamento per giusta causa di una dipendente che ha effettuato segnalazioni di illeciti finanziari e di gestione, senza seguire le modalità previste dal piano di prevenzione della corruzione dell’ente di appartenenza. La vicenda ha sollevato questioni sul corretto utilizzo dei canali di whistleblowing e sulle conseguenze di un loro eventuale abuso.

Gli esiti giudiziari

Il processo giudiziario ha visto il licenziamento confermato in più gradi di giudizio, culminando con la sentenza della Corte di Cassazione che ha ribadito la necessità di una condotta appropriata e conforme alle procedure stabilite. In particolare, ha rilevato come la segnalante abbia violato le regole sfociando in comportamenti ritenuti lesivi per l’immagine dell’ente e per la reputazione dei diretti interessati.

La Cassazione ha sottolineato che, sebbene le leggi sul whistleblowing siano pensate per proteggere il lavoratore segnalante, ciò non implica un’esimente per comportamenti concomitanti che differiscano dalle condotte lecite e previste. La protezione si attiva con l’assolvimento di specifici obblighi procedurali, necessari per garantire l’integrità del meccanismo di tutela sia per l’ente che per i lavoratori stessi.

Principi fondamentali emergenti

Ecco i principi fondamentali:

  • La segnalazione di illeciti deve avvenire seguendo le procedure dettate dalla normativa e dai piani interni all’organizzazione.
  • La tutela del whistleblower non copre azioni illecite svolte con modalità non conformi.
  • La difesa della segnalazione non può giustificare violazioni della legge o del codice etico aziendale.
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Con questa sentenza, emerge chiaramente che il licenziamento può essere considerato una conseguenza legittima per chi, pur agendo con l’intento di segnalare un illecito, non rispetta le procedure stabilite, compromettendo così gli stessi principi di trasparenza e correttezza che il whistleblowing intende tutelare.

Conclusioni

Gli orientamenti giurisprudenziali, ivi inclusa la recente posizione della Cassazione, evidenziano l’importanza di una corretta implementazione delle politiche di whistleblowing all’interno delle organizzazioni. tali policy devono essere chiare, accessibili e comunicate efficacemente ai lavoratori, per garantire che le segnalazioni di illeciti contribuiscano veramente al miglioramento etico e legale delle pratiche aziendali, senza però offrire scudi per condotte improprie.

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