Con l’inizio del nuovo anno, la Legge 104 subirà importanti modifiche che segneranno un cambiamento significativo nelle politiche di assistenza alle persone con disabilità. Questo processo di riforma, avviato con il Decreto legislativo 3 maggio 2024, n. 62 (conosciuto anche come Decreto Disabilità), è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Vediamo in dettaglio le principali innovazioni e come verranno applicate progressivamente.
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Inizio della sperimentazione: cosa cambia dal 1° gennaio 2025
Dal 1° gennaio 2025 parte una fase di sperimentazione, della durata di un anno, che si concentrerà su alcuni territori per testare le nuove disposizioni della riforma. Questa fase, prevista dall’articolo 33 del Decreto Disabilità, coinvolgerà nove province italiane selezionate per rappresentare una diversità geografica e dimensionale: Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste.
Obiettivi della sperimentazione
L’obiettivo principale di questa fase è testare il nuovo sistema di valutazione della disabilità e il cosiddetto progetto di vita, che sarà progressivamente implementato su tutto il territorio nazionale dal 2026. La valutazione, inizialmente limitata ai territori interessati dalla sperimentazione, mira a standardizzare e semplificare il processo di accertamento delle condizioni di disabilità, introducendo una valutazione di base e una multidimensionale.
Nuova definizione di disabilità
Uno degli aggiornamenti più importanti è la ridefinizione della disabilità. L’articolo 3 della nuova normativa identifica come persone con disabilità coloro che presentano compromissioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali che interferiscono significativamente con la partecipazione a diversi contesti di vita. Nel caso in cui la compromissione limiti fortemente l’autonomia, la persona riceverà un sostegno intensivo che darà priorità nei servizi pubblici.
Valutazione di base: un accertamento più inclusivo
Il Decreto Disabilità introduce una valutazione di base (Capo II) che sarà obbligatoria per tutte le persone che richiedono il riconoscimento della condizione di disabilità. Questo accertamento si svolgerà in una singola visita collegiale condotta dall’INPS e utilizzerà criteri internazionali forniti dall’OMS (ICD e ICF). La procedura comprende la richiesta della visita da parte del richiedente, la convocazione, lo svolgimento dell’esame e la consegna dell’esito, che sarà archiviato nel Fascicolo Sanitario Elettronico del paziente.
Il Progetto di vita: supporto personalizzato e inclusivo
Un’altra innovazione importante è il Progetto di vita (Capo III), strumento pensato per promuovere l’autonomia e la partecipazione sociale delle persone con disabilità. Il progetto di vita mira a definire gli obiettivi personali della persona, individuare le barriere e i facilitatori nell’ambiente, e a stabilire quali servizi e risorse siano necessari per migliorarne la qualità della vita. Sarà elaborato da un’unità di valutazione multidimensionale composta dalla persona con disabilità e da un team di professionisti, tra cui assistenti sociali, operatori sanitari e rappresentanti scolastici, se coinvolti.
Fasi di sviluppo del Progetto di vita
L’elaborazione del progetto di vita segue quattro fasi principali:
- Definizione degli obiettivi personali in base ai desideri della persona;
- Identificazione delle barriere che limitano la partecipazione nei vari contesti di vita;
- Valutazione multidimensionale della salute e dei bisogni della persona;
- Definizione degli obiettivi per promuovere l’inclusione e l’autonomia.
Verso un sistema integrato: il ruolo del Fascicolo Sanitario Elettronico
Il Decreto introduce, inoltre, l’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico per garantire che tutte le informazioni sanitarie della persona con disabilità siano accessibili agli enti preposti e agli operatori del settore. Questo sistema faciliterà l’erogazione dei servizi assistenziali e previdenziali e semplificherà la comunicazione tra i vari soggetti coinvolti.