Nella serata del 27 settembre, il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Nadef) per il 2024, confermando alcune misure attese che influenzeranno gli stipendi dell’anno a venire. Tuttavia, le novità non si rivelano essere una grande Manovra espansiva ma piuttosto una strategia cautamente orientata a gestire la complessa situazione economica internazionale.
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Una gestione seria e prudente
La Nadef approvata riflette una situazione economica caratterizzata da una crescita più debole del previsto, in parte attribuibile alle restrizioni monetarie dovute all’aumento dei tassi d’interesse e alle conseguenze della guerra in Ucraina. Il governo italiano ha adottato una politica finanziaria prudente, con una revisione delle stime di crescita per il 2023-2024 a causa del rallentamento in atto. Tuttavia, resta un impegno a sostenere le famiglie e le fasce deboli della popolazione.
Stime su Pil e deficit
Secondo la Nadef, la crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) è prevista all’0,8% nel 2023, all’1,2% nel 2024 e all’1,4% nel 2025 e 2026. Per quanto riguarda il deficit, si prevede che sarà del 5,3% nel 2023, principalmente a causa della contabilizzazione del Superbonus 110%, e si ridurrà al 4,3% nel 2024. Per gli anni successivi, le stime indicano una progressiva diminuzione, con il 3,6% previsto nel 2025 e il 2,9% nel 2026. Il rapporto debito pubblico/PIL per il 2024 è previsto al 140,1%.
Secondo Palazzo Chigi, la gestione attenta delle finanze pubbliche porterà a una discesa più rapida del rapporto debito/PIL, con l’obiettivo di tornare ai livelli pre-crisi entro la fine del decennio.
Obiettivi della Legge di Bilancio 2024
La prossima Legge di Bilancio per il 2024 seguirà la linea di gestione responsabile dei conti pubblici, caratterizzata da sobrietà, prudenza e una revisione delle spese. Il governo si impegna a mantenere gli impegni presi con gli italiani, concentrando le risorse disponibili sul sostegno ai redditi più bassi, sulla riduzione delle tasse e sull’assistenza alle famiglie.
Il taglio al cuneo fiscale sul lavoro, confermato anche per il 2024, contribuirà a ridurre la pressione fiscale. Il governo prevede una riduzione più significativa della pressione fiscale nel corso della legislatura.
La Legge di Bilancio 2024 si baserà su vari pilastri, tra cui il taglio al cuneo fiscale, la prima fase della riforma fiscale, il sostegno alle famiglie e alla genitorialità, il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, gli investimenti pubblici prioritari del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e il rifinanziamento delle politiche invariate.
Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato che l’obiettivo di deficit per il 2024 è stato fissato al 4,3%, consentendo interventi volti a beneficio dei redditi medio-bassi, inclusi il taglio del cuneo fiscale e misure premiali per la natalità, oltre a stanziamenti per il rinnovo del contratto del pubblico impiego.
La delega fiscale inizierà dai redditi più bassi e dallo scaglione più basso. Inoltre, il governo continuerà con il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro nel pubblico impiego.
Superbonus e impatto sul deficit
Da notare che il rapporto deficit/PIL per il 2023 è stato influenzato negativamente dal Superbonus 110%, che ha portato il deficit dal 4,3% al 5,3%.