Il pensionamento delle donne nel 2024 è oggetto di attenzione e discussione in Italia a seguito delle modifiche apportate dalla nuova Legge di Bilancio. Questa legge introduce un meccanismo di flessibilità in uscita che permette alle donne di andare in pensione a 63 anni e 5 mesi di età con 35 anni di contributi versati. Tuttavia, è importante notare che il testo potrebbe subire delle modifiche durante il dibattito in Parlamento.
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L’opzione “mobile” a 63 anni per le donne nel 2024
Nel quadro della “Legge di Bilancio 2024 sulla pensione donna“, si stabilisce che a partire dal 2024, le donne avranno la possibilità di accedere alla pensione a 63 anni, con 35 anni di contributi. Questo costituisce un cambiamento significativo rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, è probabile che il meccanismo di anticipo pensionistico possa subire modifiche durante il dibattito parlamentare. In particolare, il governo sta considerando l’idea di rendere ‘mobile’ la soglia dei 63 anni, permettendo un possibile abbassamento di uno o due anni per alcune categorie specifiche di lavoratrici.
Oltre alla possibilità di modificare l’età di accesso alla pensione, un’altra opzione discussa è la riduzione dell’anzianità contributiva, attualmente fissata a 35 anni. Tuttavia, questa seconda soluzione sembra essere meno popolare rispetto all’abbassamento dell’età di pensionamento. Per conoscere la scelta finale, bisognerà attendere l’approvazione del testo definitivo della Legge di Bilancio.
Misure per semplificare e agevolare il cumulo dei contributi
La questione della sostenibilità del sistema previdenziale è nuovamente al centro dell’attenzione con la nuova Legge di Bilancio. La legge prevede una stretta sui canali di pensionamento anticipato con penalizzazioni, mirando a favorire i lavoratori più giovani e coloro che hanno avuto carriere discontinue.
La cosiddetta “Quota 104” permette di andare in pensione nel 2024 con 63 anni di età e 41 anni di contributi (rispetto a 62 anni e 41 anni nel 2023). Tuttavia, chi sceglie di andare in pensione quattro anni prima dell’età di vecchiaia subirà una riduzione dell’importo pensionistico di circa il 4%. Questa riduzione è basata sul rapporto tra il coefficiente di trasformazione per l’età di uscita e quello dell’età di vecchiaia, e può raggiungere il 12% nel caso di quattro anni di anticipo. In termini concreti, per una pensione di 2.500 euro lordi al mese, ciò significa una perdita di circa 100 euro al mese. Inoltre, si allungano le finestre di uscita per il settore privato e pubblico.
Il sistema di adeguamento all’aspettativa di vita
L’adeguamento alla speranza di vita per chi va in pensione, indipendentemente dall’età, una volta raggiunti 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 per le donne), inizierà già nel 2025, anziché nel 2027 come precedentemente previsto. La finestra di adeguamento rimane mobile di tre mesi.
Meccanismo di rivalutazione degli assegni pensionistici
La nuova Legge di Bilancio introduce anche cambiamenti nella rivalutazione degli assegni pensionistici. Le fasce per il recupero dell’inflazione saranno perequazioni al 90% per coloro che ricevono tra quattro e cinque volte il minimo, invece dell’85% previsto per il 2023. Per le pensioni superiori a 10 volte il minimo, la rivalutazione scende al 22% (rispetto al 32% previsto per quest’anno). Tuttavia, la rivalutazione rispetto all’inflazione rimane al 100% per le pensioni fino a quattro volte il minimo (ovvero fino a 2.254 euro lordi).