Piano Nazionale lotta al lavoro sommerso: cos’è e cosa prevede

Il Ministero del Lavoro punta a contrastare il lavoro irregolare in Italia nel prossimo triennio: scopri cos’è e cosa prevede il Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso.

Introdotto con decreto ministeriale n.221 del 19 dicembre 2022, il Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso 2023 2025 del Ministero del Lavoro punta a fronteggiare il fenomeno del lavoro irregolare in Italia nel prossimo triennio.

Il Piano prevede di raggiungere un aumento del 20% ispezioni rispetto a quelle effettuate tra il 2019 2021, puntando a una riduzione del lavoro sommerso di almeno 2 punti percentuali entro il 2025.

Di seguito, riportiamo tutte le informazioni utili sul Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso e sulle novità introdotte dal Governo italiano per supportare il mondo del lavoro nei prossimi anni.

Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso: di cosa si tratta

Il Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso è stato introdotto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per fronteggiare il fenomeno del lavoro irregolare compatibilmente agli obiettivi prefissati dal PNRR. Il Piano include una serie di azioni e strategie destinate a contrastare, nel triennio 2023 2025, i rapporti di lavoro che in Italia non sono disciplinati da contratti validi, non tutelati, oppure che non sono regolati da alcun accordo.

Il Piano per la lotta al lavoro sommerso è stato introdotto con il Decreto ministeriale n.221 del 19 dicembre 2022 per rintracciare gli interventi adeguati da intraprendere.

Nel complesso, gli obiettivi che prefissati nel prossimo triennio sono i seguenti:

  • incrementare almeno del 20% il numero di ispezioni rispetto al periodo 2019 2021 entro la fine del 2024;
  • ridurre l’incidenza del lavoro sommerso di almeno 2 punti percentuali nei settori economici studiati dal Piano nazionale.
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Le azioni in linea con il PNRR

Nello specifico, compatibilmente con le indicazioni del PNRR, il Piano nazionale delinea azioni volte a:

  • affinare le tecniche di raccolta e delle modalità di condivisione dei dati sul lavoro sommerso, volto a migliorare la conoscenza del fenomeno da parte di tutte le Autorità competenti, la creazione di reti interistituzionali di cooperazione, anche informatica, tra le Autorità finalizzate a condividere il patrimonio informativo sul lavoro sommerso e favorire una più approfondita conoscenza dell’evoluzione del fenomeno in funzione di monitoraggio e prevenzione di possibili ed inediti scenari di irregolarità;
  • introdurre misure dirette e indirette per trasformare il lavoro sommerso in lavoro regolare, in maniera che i benefici dall’operare nell’economia regolare superino i costi del continuare ad operare nel sommerso;
  • realizzare una campagna informativa rivolta ai datori di lavoro e ai lavoratori, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali, in linea con le più recenti iniziative adottate dalla Commissione Europea, per sensibilizzare i destinatari sul “disvalore” insito nel ricorso ad ogni forma di lavoro irregolare.
  • prevedere una struttura di governance che assicuri una efficace implementazione delle azioni ed il monitoraggio sull’attuazione delle misure.

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Autore
Valerio Mainolfi
Valerio Mainolfi
Specializzato in comunicazione e marketing, amante della scrittura creativa, navigo costantemente tra ambizioni future e sfide del nostro tempo, agganciato all’evoluzione illogica del mio essere.