La diffusione della variante Eris del Covid-19 sta causando un incremento dei contagi e la questione di come comportarsi al lavoro quando si è positivi è diventata più urgente che mai. Il panorama delle regole e misure è in evoluzione, e le implicazioni sul posto di lavoro stanno cambiando drasticamente.
In questo articolo, esamineremo le misure da adottare in azienda e le sfide legate ai certificati medici.
Indice dei contenuti
Positivi al covid: cambiamenti nelle regole sul posto di lavoro
Fino a poco tempo fa, la positività al tampone garantiva l’indennità di malattia e l’isolamento obbligatorio. Ora, le cose sono cambiate. L’assenza dal lavoro è giustificata solo in presenza di sintomi che impediscono il normale svolgimento dell’attività lavorativa. L’obbligo di isolamento è stato abolito, e il Covid-19 viene trattato come qualsiasi altra malattia virale.
Gli asintomatici e coloro con sintomi lievi possono continuare a lavorare senza isolamento. La differenza risiede nell’approccio, poiché prima dovevano astenersi dal lavoro e, ove possibile, svolgere il lavoro da remoto. Tuttavia, i tamponi e la loro positività da soli non sono più sufficienti per interrompere l’attività lavorativa.
Certificati medici e pazienti asintomatici
Con l’eliminazione dell’obbligo di isolamento e la conseguente possibilità di continuare a lavorare, sorgono interrogativi sui certificati medici. La questione diventa complessa quando si tratta di pazienti asintomatici. Poiché non presentano sintomi, i medici non possono rilasciare certificati di malattia, in quanto non c’è una condizione che impedisca loro di lavorare.
Il problema principale è che senza l’obbligo di isolamento, diventa difficile stabilire con precisione quanti positivi al Covid-19 ci siano in giro. Questa situazione solleva preoccupazioni, specialmente per le persone più vulnerabili, che potrebbero essere a rischio quando i lavoratori asintomatici continuano a lavorare.
Tamponi e visite mediche
La recente normativa non richiede tamponi a tutti i lavoratori con sintomi né impone obblighi a recarsi dal medico. Anche in presenza di sintomi, i lavoratori possono recarsi al lavoro, ma è fondamentale che i datori di lavoro promuovano la responsabilità individuale e incoraggino la segnalazione di sintomi.
Covid-19: misure preventive in azienda
Come dovrebbero comportarsi i datori di lavoro? Sebbene la normativa emergenziale sia scaduta, i datori di lavoro possono ancora adottare misure di prevenzione, come il lavoro agile. Tuttavia, il diritto per i lavoratori pubblici e privati affetti da patologie invalidanti scade il 30 settembre 2023.
I datori di lavoro hanno anche l’obbligo di formare e informare i lavoratori sulle nuove regole e di vigilare sulla loro attuazione.
Per scoprire ulteriori sviluppi normativi e incentivi legati al mondo del lavoro, visita la nostre pagine dedicate alle news e ai bonus.