Dichiarazione dei redditi, ecco perché le spese per il 730 devono essere tracciabili

Nuove modalità di pagamento tracciabili per la dichiarazione dei redditi: le novità e le scadenze per il 2023.

Inizia il periodo in cui è necessario presentare la Dichiarazione dei Redditi. Tuttavia, è importante tenere presente che la tracciabilità delle spese è un aspetto fondamentale per il modello 730. La tracciabilità delle spese è fondamentale per poter usufruire delle agevolazioni fiscali previste per determinate categorie di spese.

Questa regola è stata introdotta nel 2020 con la Legge di Bilancio ed è ancora valida quest’anno. Il legislatore ha stabilito che le spese detraibili con il modello 730 devono essere pagate tramite sistemi tracciabili, il che significa che non è più consentito pagare in contanti e presentare uno scontrino per ottenere la detrazione fiscale.

Per presentare in modo corretto il modello 730 e le relative spese detraibili, è necessario effettuare tutti i pagamenti attraverso un sistema tracciabile come versamenti postali o bancari, carte prepagate, di debito, bancomat, assegni o transazioni virtuali.

Le ragioni

A partire dal 2020, è stata attuata una misura che richiede l’uso di modalità di pagamento tracciabili al fine di rendicontare le spese nella dichiarazione dei redditi modello 730, escludendo quindi i pagamenti in contanti. Ciò significa che, nel caso in cui si effettui un acquisto che si intende detrarre dalle spese fiscali, questo deve essere pagato attraverso un bancomat o altre forme di pagamento virtuale. Al contrario, se il pagamento viene effettuato con denaro contante, la spesa non potrà essere detratta fiscalmente nella dichiarazione dei redditi.

L’obiettivo del governo che ha introdotto questa novità è di limitare l’utilizzo di denaro contante, favorendo invece i pagamenti che possono essere documentati. Questa misura si applica a tutte le spese che possono essere detratte tramite il modello 730, come le spese veterinarie, l’affitto, il mutuo e le spese per i figli.

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I documenti

È di fondamentale importanza mantenere alcune documentazioni per la dichiarazione fiscale, che dovrebbero essere conservate nella propria residenza per almeno cinque anni dopo la dichiarazione. Questo perché l’amministrazione finanziaria potrebbe richiedere una verifica accurata e specifica, che potrebbe includere la documentazione relativa al pagamento di alcune spese sostenute con mezzi di pagamento tracciabili.

Queste spese includono quelle relative alla salute, all’affitto o al mutuo, alle spese veterinarie e alle spese scolastiche, tra le altre. È importante, tuttavia, considerare attentamente la tracciabilità delle spese sostenute.

Inoltre, tutti i contribuenti hanno il diritto di detrarre il 19% dei costi relativi alle badanti, alle colf, alle spese di istruzione e alle attività sportive dei propri figli, ma solo se effettuate con carta di credito, bancomat o bonifico bancario.

Il calendario

Il seguente è il programma per la presentazione della dichiarazione dei redditi precompilata per l’anno 2023:

  • a partire dal pomeriggio di martedì 2 maggio, sarà possibile accedere alle dichiarazioni già predisposte dall’Agenzia delle Entrate;
  • dal giovedì 11 maggio sarà possibile accettare, modificare e trasmettere il 730 e il modello Redditi.

Secondo una nota dell’agenzia, quest’anno le dichiarazioni saranno ancora più semplici da utilizzare grazie alla possibilità di delegare una persona di fiducia, sia attraverso un servizio online che tramite videocall, a partire dal 20 aprile.

730 precompilato, come funziona

Per ottenere la dichiarazione dei redditi già compilata e per scaricarla, è necessario accedere all’area personale del sito dell’Agenzia delle Entrate utilizzando le credenziali Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns).

In generale, il 730 precompilato è destinato ai contribuenti che hanno percepito redditi da lavoro dipendente o simili nell’anno d’imposta precedente.

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Dal 2 maggio 2023, i documenti disponibili saranno la dichiarazione dei redditi precompilata per l’anno d’imposta precedente e un elenco delle informazioni relative alla dichiarazione 730 precompilata, con specifica indicazione dei dati inclusi e non inclusi e delle fonti informative.

La scadenza per l’invio del 730 precompilato è il 2 ottobre 2023, mentre il modello Redditi (e il modello Redditi correttivo del 730) dovrà essere inviato entro il 30 novembre 2023.

I dati

Il numero di dati trasmessi all’Agenzia è in aumento e ha superato la soglia di 1 miliardo e 300 milioni quest’anno, con un incremento del 8% rispetto al 2022. L’80% di questi dati riguarda le spese sanitarie, mentre gli altri dati riguardano premi assicurativi, certificazioni di lavoratori dipendenti e autonomi, bonifici per ristrutturazioni, interessi passivi sui mutui e spese scolastiche.

Verranno anche utilizzati nuovi dati riguardanti corsi post-diploma presso istituti statali di alta formazione e specializzazione artistica e musicale, canoni di locazione e spese di intermediazione per l’acquisto di immobili adibiti a prima casa. Queste informazioni si aggiungono a quelle già presenti negli anni precedenti, come i contributi previdenziali e assistenziali, le spese per i lavoratori domestici, le spese universitarie, per gli asili nido e le spese per gli interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico.

La scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi è il 2 ottobre per chi utilizza l’applicazione web e il 30 novembre per chi utilizza il modello Redditi precompilato.

La richiesta

Dal 20 aprile, l’Agenzia offre una nuova opzione che consente ai contribuenti di autorizzare un familiare o una persona di fiducia a gestire la propria dichiarazione precompilata e ad utilizzare altri servizi online al loro posto.

Questo servizio è pensato per facilitare la vita di coloro che hanno difficoltà ad utilizzare il sito web dell’Agenzia, nonostante possiedano le credenziali per accedere all’area riservata. In alternativa, è possibile autorizzare la persona di fiducia attraverso una videochiamata con un funzionario delle Entrate. Queste opzioni si aggiungono alle modalità già attive, come l’invio di una PEC o la richiesta presso un qualsiasi ufficio dell’Agenzia.

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Inoltre, la durata della delega può essere estesa fino a 3 anni, su richiesta del contribuente. È inoltre possibile inviare domande tramite posta elettronica certificata, anche dalla casella PEC della persona di fiducia, e non solo da quella del delegante.

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Autore
Valerio Mainolfi
Valerio Mainolfi
Specializzato in comunicazione e marketing, amante della scrittura creativa, navigo costantemente tra ambizioni future e sfide del nostro tempo, agganciato all’evoluzione illogica del mio essere.