La legge fiscale del 2023, attualmente in corso di discussione presso la Camera dei Deputati, include una riforma sostanziale del sistema IRPEF. La normativa sottostante la riforma prevede un radicale ripensamento del sistema IRPEF, con l’introduzione graduale della tassa piatta, ovvero la flat tax. Inoltre, le detrazioni e le deduzioni a disposizione dei contribuenti verranno riorganizzate.
Questa guida dettagliata fornisce una panoramica della riforma IRPEF 2023, illustrando chi saranno i destinatari delle novità e in che modo il sistema fiscale italiano e le buste paga dei dipendenti subiranno dei cambiamenti.
Indice dei contenuti
Nuove aliquote IRPEF: da 4 a 3
Il disegno di riforma fiscale del 2023 si basa principalmente sulla riduzione graduale del numero di aliquote IRPEF in uso, accompagnata da una diminuzione del carico fiscale, soprattutto per i redditi medi. In pratica, l’IRPEF sarà ripartita in tre diverse fasce di reddito invece delle attuali quattro. Le nuove aliquote IRPEF prevedono:
- una tassa del 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
- una tassa del 27% per i redditi tra 28.001 e 50.000 euro;
- una tassa del 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.
Ciò comporterà la fusione del secondo e terzo scaglione IRPEF in un’unica fascia che comprende i redditi tra 15.000 e 50.000 euro, soggetti a un’imposta del 27%.
Tuttavia, esiste anche la possibilità di introdurre tre aliquote IRPEF suddivise in questo modo:
- il 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
- il 35% per i redditi tra 28.001 e 50.000 euro;
- il 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.
Al momento, questa soluzione sembra essere la meno accreditata.
In generale, l’obiettivo della riduzione del numero di aliquote è quello di garantire una minore pressione fiscale e una revisione del sistema di tassazione sui redditi delle persone fisiche. Tuttavia, non è ancora chiaro quando entreranno in vigore le nuove aliquote IRPEF: potrebbero essere applicate entro la fine del 2023 o nei successivi anni 2024 o 2025.
Cosa cambia in busta paga
Il tema in questione riguarda le modifiche che avverranno sulla busta paga una volta che verranno introdotte le nuove aliquote IRPEF e come queste influiranno sul calcolo delle imposte.
Per fare un esempio concreto, è necessario conoscere:
- il valore del salario lordo;
- gli scaglioni di reddito previsti dall’IRPEF.
A partire da queste informazioni, è possibile determinare il reddito mensile, sottrarre le spese deducibili per ottenere il reddito imponibile e applicare l’aliquota IRPEF corrispondente. Una volta calcolata l’imposta lorda, sarà possibile sottrarre le detrazioni fiscali IRPEF, seguendo il principio di progressività.
Ecco degli esempi pratici che aiuteranno a comprendere le differenze tra la situazione attuale, basata su 3 scaglioni.
Esempio di calcolo con 3 scaglioni IRPEF
Nel caso di una persona con un reddito lordo di 20.000 euro e considerando le opportune detrazioni, si prevede che l’aliquota dell’IRPEF sarà del 27%. Ciò sarà possibile poiché, se la proposta verrà confermata, ci sarà un unico scaglione di reddito che copre l’intervallo da 15.000 a 50.000 euro.
Ad esempio, una persona con un reddito di 20.000 euro dovrebbe pagare 5.400 euro (applicando l’aliquota del 27% al reddito di 20.000 euro).
Inoltre, è importante sottolineare che se i redditi non superano la soglia di 8.174 euro, non sarà dovuta alcuna imposta (no tax area).
Aliquota IRPEF incrementale progressiva
Il progetto di modifica della legge fiscale prevede una tassazione proporzionale sostitutiva sui guadagni derivanti dall’incremento del reddito rispetto ai tre anni precedenti. Questa tassazione funziona in modo molto simile alla flat tax incrementale.
L’obiettivo principale è quello di migliorare l’efficienza del sistema di tassazione personale, incoraggiando l’aumento dell’offerta di lavoro sia in termini di ore lavorate che di nuovi posti di lavoro. In questo modo, si mira a incentivare la crescita economica e a favorire lo sviluppo dell’occupazione.
Deduzioni e detrazioni
La riforma del 2023 prevede una riorganizzazione delle principali deduzioni e detrazioni IRPEF con l’obiettivo di favorire l’equità orizzontale e verticale e migliorare la trasparenza del sistema fiscale. Questo riordino delle tasse ha come obiettivo il recupero di una parte del gettito, che verrà utilizzato per semplificare e razionalizzare ulteriormente il sistema tributario.
Tuttavia, è importante notare che questa riorganizzazione non riguarderà alcuni settori come casa, sanità e previdenza, poiché ci sono limiti da rispettare per la revisione delle deduzioni e detrazioni. Questi limiti tengono conto delle finalità delle agevolazioni fiscali e di alcuni elementi specifici come:
- la composizione del nucleo familiare, i costi sostenuti per la crescita dei figli;
- la tutela del bene casa e della salute delle persone, l’istruzione, la previdenza complementare;
- il miglioramento dell’efficienza energetica;
- la riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio.
Infine, è prevista l’inclusione nel reddito imponibile complessivo di alcuni redditi assoggettati a imposte sostitutive e a ritenute alla fonte a titolo di imposta in relazione all’IRPEF, esclusi quelli di natura finanziaria.
Quando andrà in vigore la riforma fiscale 2023
Il 23 marzo 2023, la Camera dei Deputati ha ricevuto una proposta di riforma fiscale che dovrà essere approvata sia dalla Camera che dal Senato. Se approvata, il Parlamento darà al Governo il potere di regolamentare la materia fiscale attraverso uno o più Decreti Legislativi che dovranno essere adottati entro 2 anni.
Perché la riforma fiscale sia effettivamente implementata, inclusa la riforma dell’IRPEF, sarà necessario attendere l’approvazione di questi decreti, di cui forniremo un aggiornamento.
L’entrata in vigore della nuova riforma fiscale è prevista per il 2024 o il 2025.
Testo della riforma fiscale 2023
Rendiamo disponibile il testo integrale della riforma fiscale 2023 che contiene la contestuale riforma IRPEF.
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