Settimana breve: come potrebbe cambiare il mondo del lavoro?

Ad avanzare le prime proposte i sindacati del settore legno arredo, bancario e alimentare

Si è acceso il dibattito in Italia sulla settimana lavorativa corta: i sindacati premono per incentivare l’introduzione di questa novità, arrivando ad un modello flessibile per i lavoratori. Le proposte si compongono di soluzioni che prevedono dai 12 giorni di lavoro in meno all’anno per il settore legno, al settore bancario che richiede 10 ore in meno al mese. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla proposta e in che modo impatterebbe sulla vita dei lavoratori.

Settimana breve: la proposta

Ciò che viene proposto è ridurre la settimana lavorativa in alcuni contratti nazionali, portandola da cinque a quattro giorni lavorativi, alzando però il tetto fino a 10 ore al giorno. Molti dipendenti, infatti, preferiscono concentrate la presenza in ufficio e in azienda, risparmiando così tempo e denaro. Nonostante una giornata di 10 ore lavorative sia certamente più stancante, lascerebbe più tempo libero da dedicare alla famiglia e ai propri interessi personali.

Così, anche in Italia spopola la richiesta di modificare il modello attuale di lavoro. I sindacati del settore legno e di quello bancario, per esempio, come Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin, hanno introdotto la richiesta di passare dalle 37,5 ore a 35.

Le richieste dei sindacati

Se all’estero il modello di settimana corta sta spopolando con la formula 100-80-100 (100% dello stipendio, 80% del tempo lavorativo e 100% dei risultati), in Italia le prime richieste arrivano da parte dei sindacati. Nello specifico, infatti, i primi ad avanzare una proposta di rinnovo di contratto collettivo nazionale sono i sindacati di legno arredo (Filca, Fillea e Feneal) che hanno richiesto una riduzione dell’orario di 12 giorni all’anno. I bancari, invece, hanno richiesto 10 ore al mese (quasi 16 giorni all’anno), a fronte di un aumento di 435 euro sul triennio. Anche i sindacati del settore alimentare hanno introdotto questa proposta, richiedendo sul quadriennio 24 giorni di lavoro in meno e 300 euro di aumento.

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In attesa di capire come si evolverà la situazione nel mondo del lavoro e la possibile introduzione di questo modello, molte aziende ancora non ritengono queste richieste praticabili, dal momento che la produttività resta un punto fondamentale da comprendere. Secondo un sondaggio condotto da A.I.D.P (Associazione Italiana per la Direzione del Personale) tra più di mille manager, il 53% è risultato favorevole nel discutere questa possibilità.

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Greta Esposito
Greta Esposito
Copywriter e web editor, ho la fortuna di fare della scrittura la mia professione. Non viaggio mai senza musica in cuffia e amo le maratone di film in bianco e nero. Di cosa non posso fare a meno? Della libertà di gestire il mio tempo per dedicarmi alle mie passioni.