Recentemente, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento importante in materia di riposo compensativo e riposo settimanale per i lavoratori turnisti, stabilendo che il diritto al riposo compensativo non è strettamente legato al superamento dell’orario di lavoro settimanale, ma anche alla gravosità del turno lavorativo. Questo principio è stato espresso nella sentenza n. 23164 del 27 agosto 2024, un verdetto che apre nuovi scenari per la tutela dei diritti dei lavoratori impiegati in turni, soprattutto in ambito sanitario.
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Il caso in questione: gli infermieri turnisti
Il caso su cui la Corte di Cassazione si è espressa riguarda un’infermiera dell’ASL Napoli 3 Sud, impiegata presso l’ospedale di Castellammare di Stabia. La lavoratrice ha richiesto il riconoscimento di una maggiorazione salariale, prevista dal contratto collettivo, anche per i giorni successivi ai turni notturni di 12 ore. Il Tribunale di Torre Annunziata, e successivamente la Corte d’Appello di Napoli, hanno dato ragione all’infermiera, stabilendo che il giorno successivo al turno notturno doveva essere considerato un giorno di riposo compensativo, per il quale spettava l’indennità giornaliera prevista dal contratto collettivo del 1995 (art. 44 del CCNL).
Riposo settimanale vs riposo compensativo: la distinzione
Uno dei punti centrali della sentenza riguarda la distinzione tra riposo settimanale e riposo compensativo. La ASL Napoli 3 Sud, infatti, ha sostenuto che la lavoratrice non avesse superato l’orario settimanale previsto dal contratto collettivo (36 ore) e che, quindi, il giorno successivo al turno notturno dovesse essere considerato come un secondo giorno di riposo settimanale, anziché un riposo compensativo.
La Corte di Cassazione ha respinto questa argomentazione, sottolineando che il riposo compensativo non dipende solo dal superamento dell’orario settimanale, ma anche dalla gravosità del turno stesso. Nel caso specifico, il turno notturno di 12 ore giustificava la necessità di un adeguato periodo di recupero, indipendentemente dal numero complessivo di ore lavorate nella settimana. Questo riposo ha quindi diritto alla retribuzione maggiorata prevista dal contratto collettivo, come stabilito dall’art. 26 del CCNL del 1999, che impone periodi di riposo sufficienti per il recupero psico-fisico del lavoratore.
Il principio di diritto sancito dalla Cassazione
La sentenza n. 23164 della Corte di Cassazione ha stabilito un principio di diritto rilevante per i lavoratori turnisti: il riposo compensativo deve essere garantito non solo quando si supera l’orario di lavoro settimanale contrattuale, ma anche quando il lavoratore affronta turni particolarmente impegnativi. La gravosità del turno, come ad esempio un turno notturno di 12 ore, è un fattore sufficiente per giustificare la concessione del riposo compensativo.
Questo principio rafforza la protezione dei lavoratori impiegati in turni gravosi, riconoscendo l’importanza del recupero fisico e mentale, e sancisce che il riposo compensativo è un diritto autonomo rispetto al riposo settimanale, per il quale va comunque garantita la retribuzione prevista dal contratto collettivo.
Implicazioni per il futuro
La decisione della Corte di Cassazione potrebbe avere implicazioni significative per il settore del lavoro a turni, in particolare in ambiti come la sanità, dove i turni notturni e di lunga durata sono comuni. Questa sentenza potrebbe portare a un incremento delle richieste di riconoscimento del riposo compensativo e delle relative indennità, contribuendo a una maggiore tutela dei lavoratori e a un miglioramento delle loro condizioni di lavoro.
Il verdetto rappresenta un passo avanti nella salvaguardia del benessere psico-fisico dei lavoratori, mettendo in evidenza l’importanza di bilanciare i carichi di lavoro e i periodi di riposo per garantire la salute e la sicurezza dei dipendenti. Per rimanere aggiornato, visita la nostra sezione dedicata alle news.