Il Ceo di Vueling: vogliamo assumere 1500 italiani
Intervista ad Alex Cruz: «Contiamo di diventare complementari ad Alitalia”
Che Vueling abbia puntato sull’Italia lo dicono i numeri: 110 rotte, 20 aeroporti serviti e sei basi. Ma alla compagnia low cost spagnola manca ancora qualcosa, “la nazionalità italiana”. Il Ceo Alex Cruz, da un hangar dell’aeroporto El Prat di Barcellona, lo dice quasi in senso formale, come qualcuno alla ricerca di un documento, di un pezzo di carta e non solo di un’identità.
Cosa ve ne fate di questa nazionalità?
“Stiamo crescendo nel vostro Paese, e non vogliamo limitarci a ingrandire i numeri. Vogliamo essere cittadini italiani per merito”.
Prima di ottenere la carta d’identità bisognerà risolvere qualche problema. Un esempio: i vostri equipaggi spesso non parlano italiano. Si può volare da Roma a Palermo con le hostess che parlano spagnolo?
“Questo è vero, ma sta cambiando. Quando dobbiamo lanciare delle nuove rotte o in generale nuovi prodotti, preferiamo farlo con equipaggi spagnoli, dei quali abbiamo curato bene la formazione, ci fa stare tranquilli perché è gente che conosce la nostra filosofia. Ma è in corso un cambiamento”.
Di che tipo?
“Stiamo assumendo e formando hostess e steward italiani”.
Quanti?
“Contiamo di assumere nei prossimi anni 1.500 persone”.
Le sembra il momento?
“Intanto il Jobs Act ci ha facilitato. Ma questo è un progetto che va oltre una legge sul lavoro. E l’ho detto chiaramente al governo Renzi”.
Cosa ha detto al governo?
“Che abbiamo un progetto in Italia, un impegno concreto. Essere complementari ad Alitalia”.
Vueling è una low cost o una compagnia tradizionale?
“Sono categorie che vanno spiegato meglio. La frontiera la stabilisce l’energia che ci mette la squadra. Non siamo una compagnia tradizionale, ma abbiamo servizi diversi da quelli di Ryanair, Easyjet e Wizzair: una business class, delle lounge, delle prese per ricaricare telefoni, tablet e computer. Fra poco anche il wifi a bordo”.
In cosa vi differenziate allora dalle compagnie tradizionali?
“Dalla struttura aziendale molto più agile. Quella sì low cost”.
Ci faccia un esempio.
“Oggi lanciamo il servizio delle prese a bordo. L’avremmo potuto fare tre anni fa ma ci sarebbe costato troppo, così abbiamo aspettato di trovare uno sponsor, in questo caso Pepsi, per farlo gratis. Stesso discorso per il Wifi, costa molto, e abbiamo trovato un accordo con Telefonica per poterlo sostenere”.
Il vostro secondo hub, dopo Barcellona, è Fiumicino. Siete contenti di come funziona l’aeroporto di Roma?
“C’è un rapporto molto positivo. Credo che siano stati contenti di vedere quanto abbiamo investito su Roma”.
Torino?
“Ci abbiamo creduto fin dall’inizio, è una città che funziona, ho un ottimo rapporto con il sindaco Piero Fassino”.
A proposito di rotte italiane: Roma-Milano vi interessa?
“No. Ci sono due treni dell’alta velocità. Non è un caso che chi ci aveva provato, come Easyjet, si sia poi tirato indietro”.
La crisi è finita?
“Purtroppo né in Spagna, né in Italia abbiamo le prove concrete per dire che c’è una vera ripresa. Il nostro ruolo adesso è di stimolare una domanda. E siamo felici di essere cresciuti nel pieno di una crisi tremenda in Europa”.
FONTE: La Stampa