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Le imprese situate nelle zone del Mezzogiorno, incluso Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Abruzzo, hanno ora l’opportunità di beneficiare del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali. Questo incentivo è valido per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 15 novembre 2024, fino a un tetto massimo di 100 milioni di euro.
Tuttavia, alcune categorie sono escluse dalla possibilità di accedere a questo bonus, come le aziende dei settori siderurgico, carbonifero, dei trasporti, quelle in liquidazione o scioglimento, e quelle operanti nel settore primario della produzione agricola, della pesca e dell’acquacoltura.
Le imprese interessate a richiedere il credito d’imposta devono fare attenzione alle scadenze e seguire la procedura delineata dall’Agenzia delle Entrate, con la finestra di richiesta che chiuderà il 12 luglio 2024.
Il meccanismo di calcolo del credito varia in base agli investimenti effettuali, sempre nel rispetto del limite massimo prestabilito. È essenziale una comunicazione chiara e puntuale con l’Agenzia delle Entrate per garantire la corretta applicazione del bonus.
Le Zone Economiche Speciali (Zes) rappresentano aree del territorio nazionale destinate a stimolare l’attività economica attraverso agevolazioni fiscali e procedurali. Possono accedervi quelle imprese che effettuano investimenti migliorativi nelle regioni indicate, rispettando determinati criteri e impegnandosi a mantenere la loro attività nell’area per almeno 5 anni.
Come precedentemente menzionato, esistono specifici settori e condizioni che determinano l’ineleggibilità al bonus, inclusi i soggetti attivi in ambiti come siderurgia, trasporti e agricoltura primaria.
Per assicurare un impatto duraturo sull’economia locale, le imprese beneficiano del credito d’imposta solo se si impegnano a non trasferire la loro attività fuori dall’area Zes per almeno cinque anni.
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