Il governo ha confermato anche per il 2025 la tassazione agevolata al 5% sui premi di produttività destinati ai lavoratori del settore privato con reddito annuo inferiore a 80.000 euro. La misura, introdotta nel 2023, rappresenta una proroga dell’agevolazione fiscale, prevista nella Legge di bilancio ancora in discussione. Questo provvedimento, volto a sostenere il reddito dei lavoratori, prevede una riduzione dell’aliquota fiscale, incentivando le imprese a premiare i propri dipendenti per il raggiungimento di obiettivi specifici.
I premi di produttività sono incentivi economici erogati ai lavoratori in base a specifici traguardi aziendali, come l’aumento della produttività, la qualità dei servizi o l’efficienza operativa. Questi premi sono soggetti a una tassazione ridotta, che applica un’aliquota sostitutiva dell’Irpef, applicabile fino a un massimo di 3.000 euro lordi. L’agevolazione fiscale al 5% è destinata esclusivamente ai dipendenti che percepiscono un reddito annuo inferiore a 80.000 euro, con l’intento di favorire i lavoratori a più bassa retribuzione.
Nel corso del 2023, il dimezzamento dell’aliquota fiscale (dal 10% al 5%) sui premi di produttività ha avuto effetti positivi sulle aziende. Circa 2,7 milioni di lavoratori hanno beneficiato di questa misura, con un incremento di oltre 400.000 unità rispetto al 2020. Questo ha contribuito a un aumento del valore medio dei premi, che nel 2023 ha superato i 1.692 euro, segnando un incremento del 4,5% rispetto all’anno precedente. Le aziende sono state incoraggiate a investire nella motivazione dei propri dipendenti, contribuendo al miglioramento delle condizioni economiche dei lavoratori.
In futuro, i premi di produttività potrebbero evolversi includendo criteri legati alla sostenibilità ambientale. La recente approvazione della direttiva europea sulla rendicontazione della sostenibilità (2022/2464) suggerisce che le imprese potrebbero adattare i loro obiettivi, includendo parametri legati all’impatto ambientale. Le aziende sono sempre più orientate a premiare i comportamenti che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, offrendo così un nuovo stimolo per il cambiamento positivo a livello ambientale.
L’erogazione dei premi di produttività non è uniforme su tutto il territorio nazionale. La maggior parte dei contratti collettivi che prevedono questo tipo di incentivi si concentra nel Nord Italia, con una netta prevalenza di aziende nelle regioni del Nord come la Lombardia, seguita dall’Emilia-Romagna e dal Veneto. Al contrario, le regioni del Sud, come il Molise e la Basilicata, registrano un numero decisamente inferiore di contratti collettivi attivi in questo ambito. In generale, i premi di produttività sono particolarmente diffusi nel settore dei servizi, che raccoglie la quota maggiore di incentivi.
Secondo gli ultimi dati del Ministero del Lavoro, il numero di lavoratori potenzialmente beneficiari dei premi di produttività è in crescita. Nel 2024, quasi 5 milioni di lavoratori potrebbero beneficiare di questi incentivi, con una crescita del 17% dei contratti collettivi che li prevedono rispetto all’anno precedente. Questa espansione sta contribuendo a un maggiore recupero del potere d’acquisto di milioni di lavoratori, in un contesto di crescita dei costi e di incertezze economiche.
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