Abbandona per sempre queste spese: quando spendi soldi così partono i controlli del Fisco | Ci trattano come dentro il Grande Fratello

Illustrazione di un uomo che paga in contanti sotto l’occhio di diverse telecamere di sorveglianza, con il logo dell’Agenzia delle Entrate sullo sfondo

Quali spese vengono controllate dal Fisco - circuitolavoro.it

Non solo barche e Rolex: ora bastano una bolletta, un abbonamento o la palestra per finire nel mirino del Fisco. 

Non serve comprare una Ferrari per far scattare i sospetti dell’Agenzia delle Entrate. Basta una somma che non torna, una spesa fuori scala, o semplicemente il fatto che si vive meglio di quanto si dichiara. Il nuovo redditometro è tornato e promette di monitorare non solo i grandi acquisti, ma anche la quotidianità. Una sorta di controllo stile Grande Fratello fiscale, dove ogni scontrino può pesare.

Ovviamente devono riscontrarsi discrepanze tra reddito e spese abbastanza significative. Il problema è che l’elenco delle voci controllabili è talmente vasto che tutti potremmo finirci dentro, volenti o no. Anche perché in molti casi, più che uno stile di vita da classe borghese, basta semplicemente una vita normale: figli da mantenere, auto da sistemare, bollette da pagare, e magari un banalissimo abbonamento alla palestra.

Redditometro, ecco come funziona davvero

Il meccanismo è questo: se le spese sostenute da una persona – comprese quelle della famiglia – superano del 20% il reddito dichiarato, parte l’accertamento. E cosa viene monitorato? Praticamente tutto:

  • spese alimentari e abbigliamento;
  • bollette, mutui, affitti;
  • auto, moto, barche, assicurazioni;
  • mobili, elettrodomestici, elettronica;
  • spese per animali domestici;
  • corsi, scuole, attività sportive;
  • tempo libero, fiori, libri, streaming, persino i cavalli.

Tutte voci che, sommate, possono facilmente superare quella soglia senza nemmeno rendersene conto. Non è il singolo acquisto a pesare, ma l’effetto accumulo. Il punto non è comprare un computer o pagare una vacanza: è l’insieme che, se in contrasto con il reddito ufficiale, può generare un alert. E no, non basta dire che è stato un prestito. In caso di verifica, bisogna dimostrare l’origine di quei soldi: risparmi, eredità, prestiti documentati, o redditi esenti da tassazione. Serve tutto nero su bianco, con ricevute e tracciabilità.

Ed è qui che entra in gioco la parte meno nota: non serve nemmeno che sia tutto intestato al contribuente. Se a spendere è un familiare a carico, il conto torna comunque da te. Ma entriamo nel dettaglio.

Banconote euro sotto la lente d'ingrandimento
Tutto sul redditometro – circuitolavoro.it

Quando si finisce sotto la ‘telecamera’ del Fisco

È bene precisare che – a differenza di quanto si possa pensare – non è poi così facile cadere nel mirino del Fisco: la differenza tra ciò che si guadagna e ciò che si spende deve superare i 70.000€ perché possa partire l’accertamento.

E sebbene le soglie sono alte, non sono così impossibili da raggiungere, soprattutto se si ha un’attività o si vive in una grande città. Una famiglia media, tra mutuo, auto, figli, bollette e attività, può sforare con una certa facilità.

Perché anche se non siamo evasori, il Fisco potrebbe vederci come tali. E oggi, basta un po’ di vita normale per finire sotto osservazione.