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Acconto Irpef Partita Iva a novembre 2023, cosa è previsto nella riforma fiscale

I professionisti e imprenditori con partita IVA avranno ora l’opportunità di suddividere in rate il pagamento dell’acconto Irpef di novembre, che può costituire sia il secondo acconto che l’unica rata. Questa notizia è stata anticipata da una dichiarazione del Presidente della Commissione per le attività produttive della Camera, il quale aveva spiegato che la rateizzazione dell’acconto di novembre sarebbe stata attuata già nel corso del mese di novembre 2023.

Nel corso del 16 ottobre, all’interno del CdM n. 54, in cui è stato approvato il testo del Disegno di Legge di Bilancio 2024, il Governo ha dato il via libera a diverse misure, tra cui un Decreto Legge contenente Misure Urgenti in materia economica e fiscale. Questo decreto è stato predisposto per sostenere gli enti territoriali, salvaguardare l’occupazione e affrontare questioni di urgenza, oltre ad attuare alcune disposizioni previste dalla Delega Fiscale.

Tra le disposizioni contenute nel decreto, viene confermato il rinvio al 2023 per il pagamento dell’unica rata o del secondo acconto dell’IRPEF per le Partite IVA. Ora vediamo più nel dettaglio quali sono le novità previste.

Rateizzazione dell’acconto Irpef novembre 2023

Il Governo ha recentemente introdotto una nuova opzione per il pagamento rateizzato del secondo acconto dell’Irpef. Invece di dover versare l’importo completo entro la scadenza prevista per il 30 novembre 2023, i contribuenti avranno ora la flessibilità di suddividere questa somma in sei rate mensili da gennaio a giugno 2024.

Questa iniziativa rappresenta uno degli obiettivi chiave della riforma fiscale proposta dal governo Meloni, che mira a distribuire in modo più uniforme il carico fiscale durante l’anno. È importante notare che questa modifica non influisce sulle modalità di determinazione e calcolo dell’importo da pagare, che rimangono basate sui dati storici e previsionali.

Di conseguenza, la scadenza originaria del secondo acconto Irpef di novembre verrà posticipata all’anno successivo, offrendo ai contribuenti la possibilità di dilazionare il pagamento delle imposte in sei comode rate mensili tra gennaio e giugno 2024.

Requisiti e tetto di fatturato in via di definizione

In merito al differimento del pagamento del secondo acconto delle imposte dirette, sono previste le seguenti condizioni:

  • Questa opportunità è applicabile solo per l’anno 2023 e riguarda i contribuenti persone fisiche che sono titolari di partita IVA.
  • I contribuenti ammissibili sono coloro che, rispettando i requisiti del regime forfettario, nel periodo d’imposta precedente, hanno dichiarato ricavi o compensi che non superano l’importo di 170 mila euro.
  • Il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi, con l’eccezione dei contributi previdenziali, deve essere effettuato entro il 16 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento senza alcun addebito di interessi.

Tuttavia, è importante notare che i contribuenti hanno la possibilità di dilazionare questo pagamento in un massimo di cinque rate mensili, da gennaio a maggio, con scadenza fissata per il giorno 16 di ciascun mese. In questo caso, a partire dalla seconda rata, saranno applicati interessi.

Possibile riduzione o abolizione della ritenuta d’acconto

In futuro, potrebbero emergere ulteriori novità per i titolari di partita IVA. Come sottolineato da Gusmeroli, responsabile Fisco della Lega e presidente della commissione Attività produttive alla Camera, con l’evolversi del tempo, è possibile ridurre o persino eliminare la ritenuta d’acconto, il che comporterebbe notevoli semplificazioni amministrative. Questa prospettiva costituisce un’altra componente della riforma fiscale che è stata approvata dal Parlamento ad agosto, anche se la sua attuazione non è prevista nei prossimi mesi. Il governo Meloni ha tempo fino ad agosto 2025 per implementare tutte le fasi previste nella riforma.

Valerio Mainolfi

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