Addio Italia, al suo posto arriva lo stato ‘Croazia-Bulgaria’: cartina stravolta del tutto | Pure la Svizzera è sparita

Arriva lo stato 'Croazia-Bulgaria’ - (pexels) - www.circuitolavoro.it
Stravolgimento degli equilibri tra Stati: i dati degli ultimi anni hanno segnato profondi cambiamenti nei flussi economici
Croazia-Bulgaria, un nuovo duo protagonista che spazza via anche la Svizzera. Gli italiani sembrano gradire i nuovi equilibri tra Stati e a raccontarlo sono i dati ufficiali in merito ai flussi economici.
Il denaro, si sa, è il protagonista della maggior parte dei rapporti tra Stati: gli equilibri economici segnano amicizie e inimicizie, influenzate solo in un secondo momento dalla questione politica.
Ma perché tutta quest’attenzione da parte degli italiani per paesi come la Croazia e la Bulgaria? Se anni fa l’interesse era rivolto alla Svizzera, i cambiamenti geopolitici degli ultimi anni hanno portato alla creazione di nuovi flussi economici.
Questi cambiamenti delineano così una nuova mappa dei flussi finanziari italiani, sintomo di un equilibrio mondiale che cambia, anche molto rapidamente. Ma è bene comprendere il perché.
Nuovi interessi per il duo Croazia-Bulgaria da parte degli italiani
A cambiare così radicalmente in pochi anni è la geografia dei paradisi fiscali per i capitali italiani. Gli italiani hanno iniziato a disinteressarsi della Svizzera già tempo fa, a parlare sono i dati delle analisi dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, riportati poi da ItaliaOggi. La Svizzera, conosciuta storicamente come meta privilegiata per la protezione dei patrimoni italiani, ha perso il suo primato. A quanto pare a far scaturire un cambio netto sulla geografia dei paradisi fiscali è stato l’accordo bilaterale con l’Italia, entrato in vigore nel 2024, con il quale la Confederazione Elvetica è stata esclusa dalla lista dei Paesi a fiscalità privilegiata.
Questa manovra avrebbe fatto calare l’interesse di chi cercava vantaggi fiscali per il proprio capitale. Ma perché la Svizzera avrebbe concordato a una mossa così azzardata pur consapevole di perdere quei vantaggi che l’avevano portata ad essere scelta come luogo strategico per i paradisi fiscali? La questione è molto complicata, ma semplificando le dinamiche può essere semplificata in pochi punti. Innanzitutto la Svizzera doveva attuare riforme perché le erano state richieste da parte dell’Unione Europea e dagli organismi internazionali in materia di trasparenza fiscale.
Perché la Svizzera ha acconsentito all’adeguamento fiscale
Per la Svizzera questo adeguamento era fondamentale anche per evitare sanzioni, restrizioni e in generale per mantenere buoni rapporti commerciali con i principali partner economici. Ma questi non sono gli unici perché: c’è da considerare che la Svizzera non era più considerata un paradiso fiscale già da tempo a livello europeo, sono anni che si sono aperti flussi secondari che pian piano sono andati a consolidarsi.
Croazia e Bulgaria ad esempio sono finite sotto i riflettori. Entrambe sono state inserite nella “lista grigia” del Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale (GAFI) a causa di carenze nei sistemi antiriciclaggio. La Svizzera, un tempo punto di riferimento, è invece ora affiancata da nuove mete che offrono vantaggi fiscali e regolamentazioni meno stringenti. Così, dalle destinazioni tradizionali i capitali in uscita dall’Italia adesso si dirigono verso nuovi centri di attrazione come Abu Dhabi, Turchia, Croazia e Bulgaria. Ad esempio, nel secondo semestre del 2024 Abu Dhabi ha registrato ben oltre 8 miliardi di euro di bonifici movimentati da e verso banche italiane, superando la Turchia e la Russia, entrambe a quota 6 miliardi. Un netto aumento rispetto al 2019.