Addio ‘mare’ nel Paese: per farvi il bagno dovete espatriare | L’acqua non c’è più, tutto prosciugato

Addio al mare in alcune zone (pexels) - www.circuitolavoro.it
Un mare che scompare significa allarme climatico ma nessuno ne parla abbastanza: alcune Nazioni non sono mai state così vicine
Il cambiamento climatico sta ridisegnando la geografia del nostro pianeta, lo ripetiamo spesso, ma c’è anche chi nega. Gli Stati Uniti hanno tolto gli incentivi al green e anche le aziende stesse hanno ridimensionato i loro investimenti per essere visti di buon occhio dall’amministrazione.
L’Europa per fortuna crede ancora in un futuro più pulito, e le politiche volte alla difesa dell’ambiente sono molte, così come sono tanti anche gli obblighi e i limiti per le aziende.
Se da una parte l’inquinamento sta rendendo la nostra aria irrespirabile, dall’altra fa capolino il problema del disastro climatico, che non solo innalza le temperature fino ai 50 gradi, ma comporta anche la rarefazione delle piogge, lo scioglimento dei ghiacciai e le consequenziali desertificazioni e siccità.
Questi fenomeni stanno trasformando intere aree del mondo, ma noi non siamo poi così allarmati da cambiare il nostro stile di vita. Le temperature sempre più elevate le stiamo percependo tutti ma probabilmente non è chiaro cosa si sta rischiando.
Il problema della desertificazione
Un clima troppo caldo sta rendendo intere aree del mondo inospitali, aride, senz’acqua. In questo scenario drammatico, esistono Paesi dove il mare sta letteralmente sparendo del tutto, ma i media non ne parlano mai abbastanza.
Immaginate di vivere in una nazione dove una vasta distesa d’acqua come un piccolo mare iniziasse a prosciugarsi, scomparendo lentamente, lasciando dietro di sé solamente la morte di un intero ecosistema marino e tanta polvere. Non è l’ennesimo racconto fantascientifico di una nuova uscita in libreria, ma la tragica realtà del Mar d’Aral, un tempo splendida distesa d’acqua tra Kazakistan e Uzbekistan, oggi quasi completamente prosciugato. La vasta distesa d’acqua che bagnava le coste di sabbia è diventata una distesa di terra arsa.
Il Mar d’Aral: da fiorente territorio agricolo a deserto
Negli anni Sessanta, l’Unione Sovietica trasformò i bacini d’acqua Amu Darya e Syr Darya in veri e propri campi di cotone che poi sarebbero serviti al paese per la produzione. Oggi il Mar d’Aral è ridotto a pochi bacini stagnanti. Nei pressi di Muynak, le barche giacciono come relitti nel deserto. La mancanza d’acqua ha portato all’aumento di tempeste di polvere, malattie respiratorie e perdita di biodiversità, ma nessuno ne parla abbastanza.
Si parla di uno dei più grandi corpi idrici dell’entroterra del mondo. Faceva prosperare intere civiltà e l’Unione Sovietica aveva l’interesse di rifocillare acqua per via dei suoi guadagni. Da quando è caduta l’Unione, e con l’aumentare del problema climatico, non è più il cuore pulsante dell’economia locale, e senza acqua, sappiamo bene che non c’è vita. I villaggi un tempo costieri sono ora a chilometri dall’ultima pozza d’acqua, lasciando i residenti completamente tagliati fuori da quello che era un elemento vitale per la loro sussistenza.
Anche se il Kazakistan ha tentato la creazione di una diga, la parte sud è ormai un enorme deserto senza divisioni, né vita. Ciò che sta accadendo molto lontano da noi non è altro che un monito di ciò che potrebbe accadere tra qualche decina di anni, con il continuo innalzamento delle temperature.