Addio Partita IVA: “O vi fate assumere o non lavorate più” | Passata la legge durissima, migliaia di persone rimaste senza una lira

Agenzia delle Entrate - Fonte Ansa - Circuitolavoro.it
Partita Iva, milioni di lavoratori a rischio e cambiamenti importanti in arrivo. Ecco tutti i dettagli
In Italia e in molti altri Paesi europei il numero di lavoratori che ha scelto di aprire la partita Iva è aumentato notevolmente.
Questo incremento è dovuto principalmente ad una trasformazione del mondo del lavoro che riguarda sia professionisti e anche altre categorie come consulenti, artigiani, giovani laureati e molti altri.
I vantaggi sono sicuramente una maggiore autonomia e gestione del tempo ma anche una miglior flessibilità dovuta alla possibilità di poter lavoratore da remoto o in qualsiasi luogo.
Aprire una partita IVA può essere un’occasione importante lavorativa per chi desidera indipendenza e crescita professionale. Tuttavia, secondo le recenti notizie, le cose per i titolari di partita Iva si mettono male e tutto potrebbe venire da un momento all’altro.
Partita Iva a rischio
Non ci sono notizie positive per i titolari di Partiva Iva visti gli ultimi aggiornamenti. Il Fondo Monetario Internazionale ha proposto infatti l’abolizione del regime forfettario per le partite IVA. Eppure i dati MEF evidenziano come ci sia stata una crescita record delle adesioni grazie alla soglia a 85.000 euro, spostando l’attenzione sul dibattito equità e sostenibilità fiscale. Il problema principale, secondo il Fondo Monetario Internazionale sarebbe a flat tax per le partite IVA, definendola una misura da superare. Lo scenario che viene fuori non lascia spazio ai dubbi: il regime forfettario, tanto apprezzato da milioni di professionisti e piccoli imprenditori, rischia di diventare un ostacolo all’equità fiscale.
Con il suo rapporto annuale sull’Italia, pubblicato il 29 maggio 2025, il FMI propone un ripensamento complessivo delle agevolazioni fiscali. Tra le misure da modificare, spicca proprio la flat tax per gli autonomi, giudicata una fonte di diseguaglianza e di perdita di gettito per l’erario. Il messaggio del Fondo è diretto: abolire il regime forfettario servirebbe a rafforzare la progressività del sistema e a rendere più sostenibile il bilancio pubblico nel lungo termine.
Abolizione del regime forfettario
Le raccomandazioni internazionali mirano quindi alla revisione della flat tax per ridurre le diseguaglianze e allargare la base imponibile. Dall’altra parte, il contesto italiano mostra una realtà molto diversa: il regime forfettario non solo è in crescita, ma porta alla luce come sia la scelta preferita di liberi professionisti e piccoli imprenditori. Il MEF ha pubblicato i dati sulle dichiarazioni dei redditi delle partite IVA: nel 2023, oltre 1,9 milioni di contribuenti hanno scelto il regime forfettario. Un record storico.
L’innalzamento della soglia di accesso a 85.000 euro di ricavi, introdotto con la Legge di Bilancio 2023, ha contribuito ulteriormente la diffusione di questa modalità fiscale, che resta molto apprezzata per la sua semplicità e anche per l’imposta sostitutiva ridotta (15%, o 5% per le nuove attività).Quindi, mentre il mondo guarda all’Italia per capire come evolverà il suo sistema fiscale, il regime forfettario si conferma il grande protagonista (e divisore) del dibattito fiscale nazionale.