“Addio pensione, la dovete restituire”: l’INPS ha preso la durissima decisione | Non potete farci nulla

uomo preoccupato che mette le mani in tasca

Quando l’INPS chiede il denaro indietro (pexels) - www.circuitolavoro.it

Dover dire addio alla propria pensione può essere un vero incubo: alcuni italiani lo vivono per via delle comunicazioni INPS, quando accade

Un incubo che sta terrorizzando migliaia di pensionati italiani: ricevere una lettera dall’INPS che chiede la restituzione di somme già percepite. Ma può accadere davvero? E se sì per quale motivo accade? Vediamo di fare chiarezza.

Innanzitutto c’è da dire che sì, accade, ma che c’è sempre un perché specifico, non vengono richiesti soldi indietro indebitamente, ed è per questo che se siete dei pensionati vi consigliamo di leggere bene tutto l’articolo in modo da evitare confusioni.

Una recente sentenza del Tribunale di Roma ha fatto chiarezza sulla questione che tocca da vicino le tasche di molti anziani, e sta generando caos sul web.

L’INPS ha richiesto indietro del denaro ad alcuni pensionati che avevano ricevuto importi più alti di quanto gli spettava, per via di errori o umani o di sistema, durante i calcoli per l’erogazione del piano pensionistico.

Richiesta delle somme erogate dall’INPS: perché vuole il denaro indietro

La richiesta di denaro, però, non è stata accettata dai contribuenti che hanno portato in causa l’ente. Il tribunale ha infatti dichiarato che, partendo dal fatto che sia dovere dell’INPS fare i calcoli, ed essendo stato l’ente a sbagliare, per legge non ci sarebbe modo di arrecare danno al cittadino, quindi non avrebbe nessun diritto di chiedere le quote in esubero indietro.

È un principio più volte ribadito dalla Giurisprudenza. “L’Istituto non può chiedere la restituzione delle somme erroneamente erogate quando l’errore non è imputabile alla condotta del Pensionato”.

donna riflessiva alla finestra
Quando l’INPS può richiedere i soldi indietro (pexels) -www.circuitolavoro.it

Come comportarsi se si riceve la comunicazione

Poco importa l’entità della somma in questione: per richiedere la restituzione, l’INPS deve dimostrare che c’è stata malafede da parte del pensionato, o anche una condotta fraudolenta tale da indurre all’errore, come per esempio una documentazione errata.

Riassumendo, quindi, l’INPS avrà diritto a riprendere indietro le somme cedute solo ed esclusivamente nel caso in cui si possa attestare la mala fede del cittadino, così come la comunicazione di documenti errati. Inoltre la legge fissa a 10 anni il termine di prescrizione per recuperare tutte le somme indebitamente erogate: l’INPS non può andare avanti all’infinito alla ricerca degli errori del passato.

Se si riceve una richiesta di restituzione dall’INPS è importante presentare il ricorso entro i 90 giorni. Se il ricorso amministrativo viene respinto, l’ultima possibilità è rivolgersi al tribunale ordinario.